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 2020  aprile 18 Sabato calendario

La profezia sull’pidemia di Sylvia Browne

Nel 2020 ci sarà un’epidemia in forma di polmonite che getterà nel panico assoluto l’umanità per un inverno e costringerà tutti a girare con mascherine e guanti». Con il senno dell’oggi questo vaticinio più che azzeccato pare perfetto. Ed è contenuto in Profezie, un Oscar Mondadori del 2012, diventato un piccolo caso editoriale in questo periodo di desolazione per la lettura. Protagonista dei social, la scorsa settimana era addirittura primo in classifica, con 6mila copie, il triplo di Spillover. L’evoluzione delle pandemie del divulgatore David Quammen, e il sestuplo di Virus la grande sfida, l’istant book di Burioni, superesperto della virologia. Perché quando si brancola nel buio, come intorno all’anno Mille aspettando la fine del mondo, le folle preferiscono affidarsi ai santoni piuttosto che ai balbettii della scienza. E Sylvia Browne, l’autrice del singolare bestseller, di rassicurazioni precise ne dà. «La malattia improvvisamente svanirà con la stessa velocità con cui è arrivata, tornerà all’attacco nuovamente dopo dieci anni (vacca boia!), e poi scomparirà completamente» (Deo Gratias, finalmente una data certa sulla fine del lockdown!). 
Bionda, cotonata, un po’ civetta («in tv sembro brutta, ma quando mi incontrano di persona dicono che sono molto bella») è stata una delle sensitive più famose d’America. Morta nel 2013 a 77 anni, dopo aver collezionato 4 mariti («ho passato più tempo a studiare il telecomando di quanto ne abbia dedicato ai miei ex»), fondò anche una chiesa cristiana sincretista portata avanti dal figlio. Tanto per capire il suo credo, si definiva «cattolica-luterana-presbiteriana-episcopalebraica». 
Vedere il futuro – dice - è un dono che Dio ha dato a tutti i popoli, dagli aborigeni australiani, agli ebrei, agli indiani d’America. E lei sa di essere una beneficiaria, perché fin da piccola «vedeva» nel sonno ipnotico cose che hanno migliorato la vita di tanta gente. Come tutti i profeti, non è infallibile. Anche se si autoassegna una percentuale dignitosa: più o meno l’85% di previsioni giuste. Solo Dio sa tutto al cento per cento. Quindi: «fidatevi solo di lui». Di me, se volete («Ma non dubitate mai, dico mai, che ogni cosa che io abbia fatto non sia votata, guidata, motivata, resa possibile e compiuta nel servizio più profondamente sentito di Nostro Signore Gesù e di Dio Stesso»). Diffidate invece dei falsi profeti che vogliono allontanarvi dalla fede, diventare padroni delle vostre vite e con la scusa che la povertà è un buon viatico per il regno dei cieli, si fregano pure i vostri patrimoni.
Esperta di aldilà, che ha visto più volte, lo descrive con la precisione di una guida turistica. E’ qui, vicinissimo alla terra che calpestiamo tutti i giorni, in fondo a un tunnel di luce. E’ un luogo di pace e bellezza, pieno di fontane, palazzi, piramidi, (persino una biblioteca colma di libri!), affollato di tutti i nostri cari. 
Nel suo libretto di Profezie spiega che cos’è l’arte del vaticinio esaminando Profeti della Bibbia, Nostradamus, Madame Blavatsky, e altri invece meno noti come profeti professionisti tipo il presidente Lincoln, Churchill, Conan Doyle (il padre di Sherlock Holmes). Poi regala al lettore le sue visioni sul mondo che verrà, e che corrisponde più o meno al nostro presente. Buco dell’ozono, tsunami, deforestazioni, avidità delle multinazionali, terremoti, fiumi tinti di rosso, malattie, guerre di civiltà.... insomma, le sventure immense che leggiamo ogni giorno sui giornali. Ma alla fine, Silvia è ottimista, il bene prevarrà. E la sua raffigurazione del mondo somiglia a quella piacevolissima letteratura utopica che va da Platone, a Tommaso Moro a Swift, al fantasy. Città coperte da immense cupole per proteggerci, progressi della medicina, tecnologia. Persino miracoli del Botox e il portentoso estratto da una misteriosa pianta neozelandese, la «chimunga», che renderà i cervelli meno dementi. Gli alieni, che vivono in mezzo a noi dall’inizio dei tempi, faranno «coming out» e ci aiuteranno a essere migliori.
Di previsioni, in realtà, non ne azzecca una, a parte su telefonini e robot, l’unico campo in cui a spararle grosse non si sbaglia mai. Sbaglia invece sui single, che, secondo lei, diventeranno più scafati nel 2020, e la smetteranno di cercare anime gemelle sul web che si rivelano sempre solenni fregature. Profetizza la fine del matrimonio (si vivrà in comuni un po’ hippie con più donne o uomini a testa) e criminali sempre più aggressivi. Ma fortunatamente la polizia si affiderà ai sensitivi e otterrà buoni risultati. Qui Sylvia, parla pro domo sua. Perché nella sua lunga carriera di veggente si è offerta sul serio per aiutare l’Fbi a risolvere casi difficili. Ma pare non sia stata granché utile. Su 35 collaborazioni documentate, per 21 volte le informazioni fornite sono state troppo vaghe, e negli altri 14 si sono dimostrate completamente inutili. 
L’unica Profezia giusta è dunque quella sul Covid. Dicono gli scettici che abbia indovinato perché aveva appena assistito all’epidemia della Sars, e puntò su un suo ritorno (anche al casinò, un pieno ogni tanto si becca!) Non importa. Il suo libretto è rassicurante. Piacevole. Scorrevole. Le sue visioni del mondo e dell’aldilà, pur folli, scombiccherate, rispondono all’eterno bisogno dell’uomo di essere rassicurato. Lei ci dice, con l’ottimismo della (s)ragione che tutto andrà bene. Perché Dio ci ama. Non è granché, ma è pur sempre qualcosa più delle conferenze stampa con numeri e norme che si contraddicono il giorno dopo. Attendibili come in un film dei Monthy Python. Peccato che sia defunta, sarebbe stata utile in cabina di regia per far ripartire l’Italia.