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 2020  aprile 18 Sabato calendario

Borsa, in crescita i compensi dei big

Paolo Bertoluzzo è la nuova star della turbofinanza italiana. L’a.d. di Nexi è il manager più pagato nel 2019 tra le società quotate. L’anno scorso ha guadagnato complessivamente 43,17 milioni di euro lordi. La quotazione in Borsa della società di pagamenti digitali gli ha consentito di monetizzare i warrant acquistati all’inizio del 2017 (aveva investito 1,84 milioni) e realizzare plusvalenze per 39,1 milioni.
Il secondo è John Elkann, il nipote di Gianni Agnelli che è presidente e a.d. di Exor, presidente di Fca e Ferrari, che ha guadagnato 37,7 milioni, con la spinta di stock option Exor. Il terzo è Remo Ruffini, presidente e a.d. di Moncler, con 21,13 milioni, di cui 18,1 milioni come controvalore delle azioni gratuite della società di piumini.
La classifica «pay watch» è stata elaborata dal Sole 24 Ore in base ai dati ufficiali pubblicati dalle società italiane quotate, incluse quelle che hanno trasferito la sede legale all’estero ma hanno base di attività in Italia, come il grappolo di società olandesi del gruppo Agnelli-Exor.
La graduatoria tiene conto, come negli anni precedenti, di tutti i compensi monetari (stipendio fisso, eventuali bonus, buonuscite), più le eventuali plusvalenze derivanti dall’esercizio di stock option o il controvalore di azioni gratuite nel momento in cui matura il diritto a ricevere i titoli, indipendentemente dal fatto che i titoli siano stati venduti dal beneficiario o mantenuti in portafoglio. Le cifre sono al lordo di tasse e contributi.
Sono esclusi i «benefici non monetari», i fringe benfit, come polizze di assicurazione sanitarie e previdenziali, uso di automobili o altri mezzi di trasporto, abitazioni. La graduatoria è pressoché definitiva. Poche società tra quelle che di solito pagano stipendi elevati ai vertici non hanno ancora pubblicato i dati sulle remunerazioni del 2019.
Nel complesso i guadagni dei manager delle quotate sono un po’ superiori a quelli del 2018. La novità sono i compensi d’oro degli alti dirigenti di Nexi, la società di pagamenti digitali che si è quotata un anno fa. Bertoluzzo, nato a Padova nel 1965, ha monetizzato insieme ad altri dirigenti le somme investite in warrant due anni prima. I warrant (costati 0,184 euro l’uno) davano diritto a comprare azioni Nexi in caso di quotazione a un prezzo scontato, 4,0849 euro, rispetto ai 9 euro del collocamento. Alla chiusura del collocamento, il 16 aprile 2019, Bertoluzzo e gli altri manager hanno venduto le azioni a Mercury, la società posseduta da alcuni fondi che controlla Nexi, incassando la maxi-plusvalenza.
Dietro Bertoluzzo c’è il Cfo Bernardo Mingrone, con 17,6 milioni, il quarto più pagato. Altri sette manager di Nexi sono tra i 37 più pagati del 2019. In nove hanno guadagnato più di 100 milioni con le plusvalenze. Tutti hanno reinvestito circa metà della plusvalenza in azioni Nexi a 9 euro. Oggi il titolo supera i 13 euro.
Il banchiere più pagato è l’a.d. di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, con 4,98 milioni, al netto della rinuncia a un milione di bonus. L’a.d. di Unicredit, Jean-Pierre Mustier, con 1,2 milioni è indietro in classifica.
Tra gli altri in evidenza Marco Tronchetti Provera (4,27 milioni da Pirelli), Urbano Cairo (3,1 milioni tra Rcs e Cairo), Luigi Gubitosi (2,97 milioni da Telecom). Tra i pubblici il più pagato è Claudio Descalzi (Eni) con 5,69 milioni, davanti a Francesco Starace (Enel) con 5,4 milioni, Matteo Del Fante (Poste) 2,3 milioni, Alessandro Profumo (Leonardo) 1,75 milioni. Solo due donne nei primi 50. Alessandra Gritti (Tamburi), 13ma con 8,33 milioni, seguita da Laura Cioli (Gedi e altri cda), 2,9 milioni, 45ma.