la Repubblica, 17 aprile 2020
Quanti sono i morti nelle case di riposo?
Guardare dentro la fossa comune dei numeri, dividerli regione per regione, Rsa per Rsa, fare il totale per avere un’idea delle dimensioni del massacro, intravederne uno ancora più grande, senza mai dimenticare che dietro quelle le cifre fredde ci sono, c’erano, nonni e nonne, padri e madri. Non è semplice, perché la somma è spaventosa: 2.488 decessi da Covid 19 accertati tra gli ospiti delle case di riposo (pubbliche, convenzionate, private) presenti in Italia. Se si aggiungono anche i casi sospetti, si sfiorano i 6 mila morti.
Il massacro certo...
«Ciò che è successo e che ancora sta accadendo nelle residenze per anziani è un massacro», aveva dichiarato due giorni fa Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della sanità e consulente del ministro della Salute. «Bisogna capire cosa è successo e come mai, e dev’essere un’occasione da non disperdere per ripensare assistenza e cura, ci sono standard di prevenzione che devono essere molto più cogenti».Che lo scempio del Pio Albergo Trivulzio a Milano fosse solo la punta dell’iceberg era chiaro a tutti, ma non ci si aspettava che l’iceberg fosse di tali proporzioni. Vediamolo.
Repubblica ha raccolto i dati ufficiali dei decessi nelle Rsa italiane attingendo direttamente ai gabinetti regionali, talvolta alle singole Asl, talvolta ai sindacati (tra cui la Cgil-Funzione pubblica del Friuli) che in queste ore stanno tenendo – con grande difficoltà, perché non ovunque c’è trasparenza – il bilancio. Come detto, si contano 2.488 ospiti di Rsa morti durante la pandemia, e sono morti sicuramente di o con il Covid, perché sono stati sottoposti a tampone che ne ha attestato la positività. Alcuni esempi: in Veneto 391 decessi, in Liguria 230, in Emilia 326, in Friuli un’ottantina, in Piemonte 252, un centinaio in Toscana, in Lombardia addirittura quasi 800, ma questa ultima Regione, come vedremo, è un unicum rispetto al resto del Paese. Va specificato che il dato dei 2.488 è approssimato per difetto, perché non è stato possibile reperire le statistiche di Umbria, Abruzzo, Molise e Valle d’Aosta.
...e il massacro temuto
Già così, conteggiando solo i casi accertati, si scopre che le Residenze sanitarie assistenziali – in teoria luoghi che, ai primi vagiti dell’emergenza, avrebbero dovuto essere sigillate e rese il più possibile asettiche, visto che il virus miete vittime soprattutto tra i soggetti più deboli come, appunto, gli anziani – hanno contribuito a più del dieci per cento della fossa comune italiana. Il punto, però, è che con i casi sospetti, coloro cioè che poco prima di morire mostravano chiaramente i sintomi del Covid pur senza essere stati sottoposti al test, i morti diventano più del doppio. «Quelli ufficiali sono sicuramente sottostimati – concorda Ranieri Guerra – e mi auguro che l’indagine epidemiologica porti i numeri dove devono stare. Andrà esaminato in modo approfondito il rapporto tra i decessi in Rsa di quest’anno e quelli degli anni passati». In un paio di Regioni l’operazione si può già fare: in Piemonte, nei primi tre mesi del 2020, 407 morti in più rispetto all’anno scorso, di cui 252 sicuramente di Covid, in Trentino 140 in più, di cui 67 positivi. Ma quando parliamo della Lombardia, la stima non raddoppia. Triplica.
Il caso Lombardia
La diffusione del virus ha fatto sì che in Lombardia, soprattutto nelle prime settimane, si facessero pochi tamponi sul territorio e quindi si sia persa da subito la capacità di dare una dimensione realistica al problema. I test erano riservati ai ricoverati e anche nelle Rsa praticamente non se ne eseguivano. E così succede che nelle province di Milano e di Lodi, dove vivono 3 milioni e mezzo di persone e ci sono 155 residenze per anziani, l’azienda sanitaria conti 259 morti per Covid 19. Poi ci sono altri 763 anziani ospiti che hanno perso la vita per polmoniti o altri problemi respiratori che si possono far risalire al virus. In tutto fanno 1.022 decessi che, proiettati su scala regionale, diventano 3 mila. Del resto anche la survey di alcuni giorni fa dell’Istituto superiore di sanità, basata su questionari e che presto verrà aggiornata, ipotizza 900 morti legate al virus o comunque sospette, su circa un quarto delle strutture lombarde che ha risposto. Numeri di un massacro ancora in corso.