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 2020  aprile 16 Giovedì calendario

Le mascherine alla moda

Glitterate, floreali, sgargianti. Rétro e futuribili, classiche o superpop. La tendenza della fase 2 che verrà? Le mascherine anti-coronavirus personalizzate, di moda, very cool. Si abbineranno al resto del look, affiancheranno borsette e cappelli. E non saranno certo affidabili come le FFP2 e le FFPP3; ma belle a vedersi, e protettive come tutte quelle realizzate in tessuto/non tessuto. Del resto, il processo era già in atto. Lasciando da parte Myss Keta, che ne ha fatto un marchio di fabbrica e ci accoppia sempre degli occhiali scuri, cosa sfoggiava a fine gennaio, al gran gala dei Grammy Award, la trionfatrice Billie Eilish? Una mascherina Gucci in tulle gotica e doppia G di cristalli. E cosa portava Fedez nell’arcinota sfilata di settembre? Un’arcana mascherina extralarge all black. Ed è da un bel pezzo che Gwyneth Paltrow si fa vedere con una mascherina di culto fabbricata in Svezia, la Urban Air Mask. A fine febbraio, quando la curva del contagio aveva appena iniziato a salire, erano esaurite quelle di lusso marchiate Fendi: in seta purissima, con i colori-simbolo aziendali, 190 euro cadauna.
Oggi vanno a ruba i modelli in cotone, con varie colorazioni e stampe, di Off-White, brand milanese urban molto seguito dai più giovani (intorno ai 50 euro). Il rivenditore americano di abbigliamento sportivo Ball and Buck vende, a 20 dollari, una maschera riutilizzabile con stampe mimetiche. Sul loro sito hanno però l’accortezza di precisare che “non sono di livello medico e non devono essere utilizzate come tali. Hanno lo scopo di fornire un certo livello di protezione contro la trasmissione di goccioline d’acqua al personale non medico”. Sempre dagli States, Los Angeles Apparel presenta “Facemask3”, una confezione da tre mascherine “in tre filati”. In nove colori e a 30 dollari. Ha sede in California anche dON kAKA, che punta sull’originalità: mascherine effigiate con motivi aztechi, geroglifici, fiori di ciliegio, effetto “mille e una notte”.
E no, l’Italia non sta a guardare. Mentre i big dell’haute couture mettono da parte il business per riconvertirsi alla produzione di mascherine antivirus e camici protettivi, da destinare esclusivamente alle strutture sanitarie (a cominciare dalle sopraccitate Fendi e Gucci), si fanno strada numerose iniziative dal basso. Da Como arriva la proposta di una mascherina in seta nera con filtri speciali. “Fashion e protettiva” la definisce la sua creatrice, Monica Gabetta Tosetti. È comprensiva di tasca con filtro, ed è in commercio a 49 euro. “Glamour Mask” è invece il nome della variante messa a punto da Maria Laurenza, presente a Roma dal 2018 con un grande atelier. Nemmeno le sue sono di uso professionale.
“Mascherine in seta a più strati, per new dandy glamour. Che ci fanno veramente fighi, e anche un po’ misteriosi. Per proteggersi e distinguersi con classe e originalità”: Cleofe Finati, che confeziona abiti sartoriali a Udine, ha le idee chiarissime. E sono già in arrivo le prime mascherine à la page contraffatte.