il Fatto Quotidiano, 16 aprile 2020
Il silenzio è d’oro
Gli italiani si stanno comportando mediamente bene, al netto di un’infima minoranza riottosa alle regole che, quando furono annunciate, si temeva molto più numerosa. E i partiti? Almeno quelli di governo (salvo uno, peraltro clandestino) sembravano aver colto la portata della sfida che ci attende. Parlavano poco e facevano come si dovrebbe fare, anche dall’opposizione, in tempo di guerra: spogliarsi delle magliette, deporre le bandierine, collaborare col governo, anche con contributi critici ma sempre accompagnati da soluzioni realistiche, lavorare molto, possibilmente in silenzio, insomma dare prova di maturità. Poi l’altroieri siamo improvvisamente precipitati nella cacofonia pre-Covid con la gara fra Pd e 5Stelle a chi ce l’ha più lungo sul Mes, il meccanismo europeo Salva-Stati che tutto il governo, da Conte ai ministri M5S a quelli del Pd (gli “economici” Gualtieri e Misiani), ha già dichiarato di non voler usare, ma di non poter impedire ad altri di farlo.
Il Mes, per com’è nato – un prestito senior legato a “condizionalità” – è un cappio al collo di chi lo usa: vedi Grecia. Ora dall’Eurogruppo ne è uscita una versione 2.0 che parrebbe priva di condizionalità a patto che sia usata per spese sanitarie. Ma, siccome la sua cornice giuridica è tutta da scrivere, nessuno può sapere se le condizionalità uscite dalla porta potranno rientrare dalla finestra con un voto del Consiglio “a maggioranza qualificata” (come prevede il regolamento Ue). Quindi dire – come Sassoli, Gentiloni, Prodi, Zingaretti e B. – che i 37 miliardi riservati all’Italia sono gratis è una fuga in avanti. Idem affermare – come i 5Stelle – che le condizionalità sono già certe. Il nuovo Mes al momento è un Ufo e bisogna attendere almeno il Consiglio europeo del 23 aprile per saperne di più. Dire poi che l’Italia lo userà è molto pericoloso, perché il Mes è roba per i Paesi alla canna del gas, in crisi di liquidità e il solo evocarlo – per giunta durante l’emissione aggiuntiva di titoli di Stato – è una follia suicida: indebolisce l’immagine dell’Italia agli occhi dei fondi finanziari che dovrebbero acquistare quei bond (infatti lo spread è subito schizzato). E spaccare il governo fra guelfi e ghibellini nel pieno di una trattativa mortale – quella sugli eurobond (o come li si vuol chiamare), per attivare strumenti finanziari infinitamente più poderosi dei 37 miliardi del Mes – è roba da fuori di testa. Se Conte teme che le sparate di Salvini e Meloni depotenzino la forza contrattuale dell’Italia sul tavolo europeo, figurarsi i danni che possono provocare gli opposti estremismi dei suoi alleati. È troppo chiedere almeno un’altra settimanella di silenzio?