Corriere della Sera, 16 aprile 2020
Christian Li, 12 anni, violinista
A 12 anni si è pieni di sogni. Però Christian Li sta vivendo il suo dal vero. «Suonare i grandi concerti in teatro, con orchestre vere». Lo sta vivendo da un paio di stagioni (anche con le Quattro Stagioni di Vivaldi, e come solista e direttore), da quando, ad appena 10 anni (il più giovane nella storia della competizione), vinceva lo Junior First Prize in uno dei concorsi violinistici più importanti al mondo, il Menuhin di Ginevra. Cinese di famiglia e australiano per nascita (Melbourne), Li ha appena stabilito un altro record di precocità: mai prima d’ora un dodicenne aveva firmato per una major discografica come la Decca, con cui ha inciso il suo primo disco; il titolo, La ronde des lutins, la Ridda dei folletti, viene dall’omonimo brano di Bazzini, un trionfo di pirotecnici funambolismi tecnici che il ragazzino domina con la facilità del predestinato. «Eppure non sono nato in una famiglia di musicisti, solo mio nonno era un appassionato; però i miei genitori mi proposero di suonare pianoforte e violino quando avevo 5 anni. Iniziai con entrambi ma non ci misi molto a scegliere l’archetto, mi risultava tecnicamente più facile e spiritualmente più congeniale: essendo più lirico, operistico, mi permetteva di esprimere al meglio quello che avevo dentro». Pensiero stupendo, forse un po’ troppo profondo per un bambino dell’asilo: «Infatti all’inizio era solo un hobby: una lezione a settimana e giusto mezzora di studio al giorno. Poi, quando i brani iniziarono ad essere più lunghi e difficili e soprattutto quando iniziarono i concorsi e i concerti pubblici, le ore giornaliere dedicate al violino divennero tre o anche quattro».
Se straordinario e assolutamente unico è il talento donatogli, Li è allo stesso tempo un ragazzino normalissimo: «Non mi piacciono i videogiochi, però corro, nuoto, vado in bicicletta, vedo i film, soprattutto di fantascienza: sono un fan di Star Wars». Ritornando alla classica, «l’autore preferito è Ciajkovskij perché il mio concerto preferito è il suo». Dopo il Menuhin le esibizioni pubbliche si sono moltiplicate: «Sono ancora molto nervoso prima di salire sul palco – sarà forse per questo che di solito prima di un concerto mangio una banana; però appena inizio a suonare la tensione scompare e c’è solo divertimento».