la Repubblica, 15 aprile 2020
Che mare sarà?
"Mi spalmi la crema solare? Prima però mettiti i guanti”. “Se vuoi fare un tuffo tra le onde, mettiti in coda”. “Ti va un ghiacciolo? Mando un whatsapp al barista: te lo lascia a 3 metri dal pedalò”. “Bambini, dopo il mare ricordatevi di fare la doccia. Con l’Amuchina”. Sì, sarà un’estate diversa. In alcune regioni come la Liguria, il Veneto e il Friuli, l’Abruzzo e l’Emilia-Romagna, col permesso dei rispettivi Governatori i titolari degli stabilimenti balneari hanno cominciato a ripulire arenili e tinteggiare cabine. Però tra un paio di mesi che spiagge saranno, col rischio del contagio e i divieti di assembramento? «Andremo tutti al mare», promette il sottosegretario alla Cultura, Lorenza Bonaccorsi. Resta da capire come. «Stiamo lavorando agli atti amministrativi, immaginando una serie di normative prese col comitato tecnico scientifico che contemplano l’ipotesi di un distanziamento».
In attesa di una risposta ufficiale, è un arcobaleno di idee che neanche a Copacabana: rimborsi autostradali e buoni benzina per invogliare i turisti, “tunnel igienizzanti” da attraversare prima di arrivare agli ombrelloni, pedane speciali per sanificare pure le infradito, steward da spiaggia, bagnini con mascherine e guanti idrorepellenti, una nastro salvavita da picchettare intorno alla sdraio. Nei villaggi l’animazione ad personam: per non più di una famiglia alla volta. Fino alla sorprendente proposta di un’azienda modenese: un box in plexiglass che garantisce l’assoluto isolamento, ma senza perdersi un raggio di sole. In realtà pare una sauna finlandese: 4 metri quadri e mezzo con 4 pareti trasparenti di lato, niente tetto, un breve corridoio per uscire. E dentro: l’ombrellone, 2 sdraio, un piccolo spazio perché i bimbi facciano i loro castelli di sabbia. «Et voilà, al riparo dal virus», sostiene Claudio Ferrari, vulcanico titolare della Nuova Neon 2 di Serramazzoni. Con più di 30 gradi all’esterno, lì dentro si rischia di morire. «Per niente! Si crea un turbine d’aria che sale in alto». Se lo dice lui. «Mi sono arrivati in un solo giorno già 300 ordini. Hanno telefonato anche dalla Francia e dalla Spagna». Mauro Vanni, presidente della cooperativa bagnini di Rimini, si è fatto una bella risata: «Che follia. Vogliono solo farsi pubblicità». E boccia il progetto. «Una delle panzane più grosse che abbia mai sentito. Ma sono contento che abbia avuto una notevole eco, così il nostro settore si è guadagnato comunque un po’ di attenzione», sostiene Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari. «A Roma parlano di atti amministrativi, di distanziamento: ma vogliono conoscere il nostro parere o no? Vorrei sapere se ai miei clienti dovrò chiedere l’autocertificazione. O come farò ad evitare che due bimbi di diverse famiglie giochino tra di loro. Chi vigilerà sulle spiagge libere e potrà garantire i miei ospiti? E se un cliente si ammala e mi fa causa?». Licordari sottolinea che la sola regione ad avere detto con molta chiarezza che in questi giorni si può fare la manutenzione delle strutture («Perché ci vogliono almeno 2 mesi, per essere pronti») è stata la Liguria.
E nel capoluogo ligure sono iniziati i primi lavori. «C’è tantissimo da fare, poco tempo, troppe incognite», confessa Laura Castello dei genovesi Bagni Roma. «La nostra costa è stretta: prevedo un’estate molto difficile». Ad Alassio, Emanuele Schivo – titolare del bagno Bernardino e presidente dell’associazione Bagni Marini, che rappresenta il 99 per cento degli stabilimenti locali – è appena più ottimista. «Speriamo che la stagione cominci almeno da metà giugno, e di allungarla fino a ottobre».
Sul Delta del Po invece, le spiagge sono profonde e lunghissime. A Rosolina Mare, provincia di Rovigo, l’anno scorso si è fermato più di un milione di turisti. «Il mercato estero nei prossimi 2 anni è compromesso. Dobbiamo puntare sugli italiani», spiega Michele Ghezzo, gestore di alcuni villaggi turistici. «Stiamo pensando a rimborsi autostradali, a buoni benzina, a servizi aggiuntivi in omaggio». D’accordo per le sanificazioni e tante altre idee come le app per ordinare in sicurezza cibo e bevande. «Però non si può prendere di garantirle ovunque, in un così breve lasso di tempo». Anche in Romagna stanno studiando il servizio di pasti sotto l’ombrellone o nella camera d’albergo, e vogliono adottare uno “steward da spiaggia": una figura “rassicurante” che garantisca l’osservanza delle nuove regole da parte di tutti. «Noi il distanziamento ce l’abbiamo naturale: perché in assenza di spiagge e di ombrelloni, ogni scoglio assicura il suo angolo di paradiso lontano dai pericoli»: Fabio Casano è il presidente del Consorzio albergatori di Pantelleria. Ogni anno sull’isola arrivano con l’aereo 40.000 turisti. «Oggi il vero problema sono le compagnie di volo, anche se per il momento i viaggi da metà giugno sono confermati. Speriamo bene». Sì, sarà un’estate diversa.