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 2020  aprile 14 Martedì calendario

Biografia di padre Augusto Zampini

Un avvocato specializzato in diritto bancario e finanziario nella prima parte della vita, prima della «chiamata». Arrivata attorno ai 35 anni, quando è stato consacrato sacerdote. Ora le sue conoscenze in campo economico e legale saranno preziose nel suo nuovo incarico dentro la Curia Romana. È padre Augusto Zampini, 50 anni, argentino di Buenos Aires, nominato da Papa Francesco segretario aggiunto del Dicastero per lo sviluppo umano integrale, come stretto collaboratore del cardinale-presidente, il ghanese Peter Turkson. Il Dicastero, istituito nel 2016 a seguito dell’aggregazione di altri ministeri nell’ambito del processo di riforma, è il cuore dell’elaborazione e dell’attuazione delle politiche sociali della Santa Sede (quindi sviluppo economico, sostenibilità, salute, migranti, ma anche finanza con il documento di due anni fa “Oeconomicae ed pecuniariae quaestiones” scritto assieme alla Dottrina della Fede), e Zampini da tre anni è il coordinatore dello sviluppo e della fede, un’area che si occupa di economia e finanza, lavoro e movimenti sociali, popolazioni indigene e pace, nuove tecnologie. Il sacerdote argentino prima di entrare in seminario, ha studiato legge all’Università Cattolica in Argentina, e ha quindi lavorato prima come avvocato presso la Banca Centrale Argentina e poi presso lo studio legale internazionale Baker & McKenzie, negli anni in cui Christine Lagarde – da novembre presidente della Bce, e già direttore generale del Fondo Monetario e prima ancora con il presidente francese Nicolas Sarkozy ministro dell’Economia e dell’Industria – era membro del comitato esecutivo della law firm tra le maggiori al mondo, che fattura quasi 3 miliardi di dollari e ha sede a Chicago. È quindi possibile che i due si siano incrociati in incontro di lavoro, anche se all’epoca Zampini era tra gli associati giovani dello studio. Al Dicastero, che ha sede nel complesso San Calisto a Trastevere – area comunque extra territoriale – il Papa ha affidato in questi giorni un ruolo molto delicato riguardo all’emergenza virus. In un’intervista di pochi giorni fa pubblicata anche da Civiltà Cattolica ha parlato del “dopo pandemia” e di quale sarà il suo servizio come vescovo di Roma, come capo della Chiesa: «Quel dopo ha già cominciato a mostrarsi tragico, doloroso, per questo conviene pensarci fin da adesso. Attraverso il Dicastero per lo Sviluppo umano integrale – il cui numero due è il segretario, il francese Bruno-Marie Duffè, e uno dei sottosegretari è il cardinale gesuita Michael Czerny, che si occupa di migranti – è stata organizzata una commissione che lavora su questo e si riunisce con me». Di questo si dovrà occupare Zampini, che lavorerà assieme ad altri esperti per fornire al Papa gli strumenti per la sua pastorale. Un sacerdote che ha conseguito diverse lauree e dottorati, in particolare in teologia morale ed etica ambientale, sia in patria che nel Regno Unito, tra cui Cambridge. Ma anche lavorato come sacerdote sul campo, in parrocchie sia in Argentina che in Inghilterra. Non potrebbe essere altrimenti: ai giovani cui affida delle responsabilità di “governo” il Papa pretende che abbiano agito sul terreno, accanto ai fedeli.