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 2020  aprile 14 Martedì calendario

Biografia di Angelo Borrelli

Non inganni la faccia sorniona e il tratto bonario: chi lo conosce bene sa che il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, è affidabile come i trattori che ama guidare nel tempo libero. Ma pure a determinazione, nel bene o nel male, non scherza. “Se deve dirti di no oppure tagliarti la testa lo fa, ma è dispiaciuto sul serio e ci tiene a dirtelo”, azzarda chi lo ricorda dai tempi di Guido Bertolaso di cui è stato il braccio destro. Anzi la metà della mela, nonostante modi e caratteri che più diversi non si potrebbe.
A ogni modo, Borrelli, con i piedi ben piantati a terra e l’arte di saper fare da conto, si è rivelato indispensabile in quell’epoca in cui la Protezione civile pesava come due ministeri o forse più. Tutte qualità che gli sono tornate buone anche nei dieci anni di traversata nel deserto seguita al depotenziamento progressivo del Dipartimento testimoniato pure dal fuggi-fuggi generale di chi tra le prime linee ha scelto di cercare migliore fortuna altrove.
Nominato da Gentiloni, confermato da Conte
Lui, invece, a divorziare dalla Protezione civile, dove era arrivato nel 2002, dopo aver lasciato la Ragioneria generale dello Stato, non ci ha pensato mai neppure quando altri, prima Franco Gabrielli e poi Fabrizio Curcio, gli sono stati preferiti per prenderne la guida. Alla fine è arrivato anche il suo turno: quando Curcio ha deciso di dimettersi per un problema familiare grave e improvviso nell’agosto del 2017, Borrelli, già vice capo dipartimento da tempo, è stato la scelta naturale per la sua successione in attesa di nuove elezioni e un altro premier dopo Paolo Gentiloni che lo aveva scelto. Fatto sta che quando il boccino è passato di mano, Giuseppe Conte ha deciso di confermarlo intanto perché non inviso al Movimento 5 Stelle. Ma pure per un merito non da poco: aver sminato il primo possibile intralcio al nuovo inquilino di Palazzo Chigi. Quello legato alle polemiche montanti per il post-terremoto del Centro Italia che in quel momento rischiavano di deflagrare. La prima uscita pubblica del premier fu proprio ad Accumoli e Amatrice al fianco di Borrelli che da quelle parti è ricordato con affetto.
C’è da dire che l’attuale capo della Protezione civile è aiutato anche dalla temperanza di chi non sgomita per primeggiare. Empatico il giusto, di certo ha pudore dei suoi sentimenti: l’unica volta che lo hanno visto piangere è stato con i parenti delle vittime del crollo del ponte Morandi. Cinquantasei anni e originario di Latina, non è sposato, ma ha una compagna di vita che è l’epicentro della sua famiglia: i due anziani genitori che vivono nel basso Lazio, suo fratello e infine una sorella che gli ha regalato due nipoti ancora bambini.
Le stilettate in riunione al ministro Speranza
Pure loro lo seguono ogni giorno in tv da quando il Coronavirus lo ha catapultato – lui che non è esattamente un animale mediatico – nelle case degli italiani incollati al bollettino delle ore 18 per la conta dei morti e dei contagiati. Un appuntamento drammatico di suo che ha riservato a Borrelli l’amarezza di finire nel tritacarne delle polemiche per la gestione di un’emergenza che anche i sassi hanno capito essere tutta di natura sanitaria più che di protezione civile.
Borrelli, per la verità, non è tipo da togliersi i sassolini dalle scarpe in pubblico. Ma nelle sedi riservate, come la videoconferenza quotidiana con le regioni sorprese dal virus a corto di tutto, è abituato a parlare con franchezza. Anzi, a dire “pane al pane e vino al vino”.
A dieta dopo un ricovero d’urgenza
Come ha fatto pochi giorni fa, a proposito dei dispositivi di protezione che ancora scarseggiano: “C’è una sproporzione tra i fabbisogni e le disponibilità: sul mercato mondiale questi beni sono spariti, specie quelli che vanno ai medici. Il ministero della Salute faccia la sua parte: ci dicano se siamo in grado o no di riutilizzare quello che abbiamo”.
Insomma, la verve non gli mancherebbe, ma le polemiche gli fanno venire l’orticaria e sono un danno per la pressione, suo punto debole insieme alla glicemia e alla tiroide. Forse per questo tende a sdrammatizzare ogni volta che può. “Al mare in burrasca da cavalcare con il surf, lui senz’altro preferisce il pedalò” sintetizza chi gli sta a fianco, che giura: l’uomo non ama la ribalta anche se non disdegna gli attestati di stima. Come la cittadinanza onoraria di Ischia per i soccorsi prestati dopo la scossa che devastò una parte dell’isola nel 2017. Giorni in cui Borrelli se la vide peraltro bruttissima: con un ricovero d’urgenza in ospedale che lo ha convinto a dimagrire, nonostante sia un buongustaio a tavola. A ogni modo, da allora ha perso chili, indossa perennemente la maglietta bardata con il tricolore, è diventato più operativo.
Una pila di carte da firmare
La sua giornata da oltre due mesi è questa: alle 7.30 è nella sede del dipartimento in via Vitorchiano per un rapido punto della situazione, la lettura dei giornali prima che inizi il comitato operativo, poi un susseguirsi di staff, sotto-riunioni, la conferenza stampa delle 18 e a seguire una pila di carte da firmare fino a tarda serata.
Il suo futuro è nella scommessa che ripete ai suoi: “Non è il pesce più grande a mangiare il più piccolo, ma quello più veloce”.