Corriere della Sera, 14 aprile 2020
Anna Ascani racconta ci giorni con il coronavirus
«Sì, ho avuto paura. Specie la notte, quando senti ancora di più il peso dell’isolamento. Dormivo con il saturimetro al dito: era la mia coperta di Linus, che mi dava sicurezza sul livello di ossigeno nel sangue». Anna Ascani, viceministro dell’Istruzione, è guarita dal coronavirus e oggi tornerà «finalmente» al ministero: «È stata una battaglia durissima, 31 giorni».
Viceministra, ripartiamo dall’inizio: lei era alla riunione con il segretario del Pd Zingaretti. Crede di essersi contagiata al Nazareno?
«Non lo so. Ma di sicuro la quarantena immediata è stata la mia fortuna: ho evitato di contagiare altre persone».
Quando ha scoperto di aver contratto il Covid-19?
«Il 14 marzo, stavo male da due giorni e il tampone ha confermato il contagio. All’inizio avevo solo un po’ di febbre, che poi è salita fino a 39 e non andava giù. Poi sono arrivati dolori alle ossa e alla schiena. Sentivo in particolare la pressione sul petto».
Ha rischiato di finire in ospedale?
«Era il mio terrore. Soffro di asma fin da bambina».
Chi l’ha aiutata?
«Sono fortunata, mio fratello Andrea vive accanto a me e mi ha fatto da infermiere a distanza, il suo affetto è impagabile. Mi ha portato anche la Playstation. Ho giocato a Fifa, il calcio. E ho vinto la Champions con l’Inter: sono un’interista fondamentalista».
Piatti già pronti?
«No, mio fratello lasciava la spesa fuori. Poi cucinavo io, soprattutto carne. Non me lo diceva il dottore, ma come sempre ho seguito i consigli di mia madre, anche se non avevano a che fare con la soluzione del problema».
Come ha passato questi 31 giorni?
«Ho letto la trilogia di Robert Harris su Cicerone, era tanto che volevo farlo. Però leggere non è stato facile: serve concentrazione e questo virus ti spossa. Poi Netflix, con La Casa di carta e The Crown. Poi ho visto tutte le puntate di Quattro ristoranti».
Qualche messaggio di vicinanza inatteso?
«Molti dall’opposizione e da tutto il governo. C’è stata una valanga di affetto. È stato fondamentale, perché il brutto di questo virus è che bisogna combatterlo da soli».
Cosa le è mancato di più?
«Il contatto umano. Appena sentivo un rumore correvo allo spioncino per vedere se c’era qualcuno. Ma questa sensazione la stanno provando tanti italiani».
La prima cosa che ha fatto dopo il tampone negativo?
«Tornare nel mio giardino è stata un’emozione. Da lì si vedono i luoghi della mia infanzia, a Città di Castello».
Ci sono state persone che hanno protestato dicendo che tamponi a vip e politici sarebbero stati fatti prima...
«Io ho seguito alla lettera le indicazioni della Asl. Ho avvertito il mio medico curante ed è scattato il protocollo. Ho avuto a che fare con persone eccellenti, non serve aggiungere altro».
La promozione in blocco degli studenti sarà una scelta obbligata?
«Intanto non c’è scritto da nessuna parte che ci sarà il “sei politico”. Abbiamo scritto che l’ammissione agli esami sarà generalizzata. Perché la situazione non ha consentito a chi era indietro di recuperare. Alle medie ci sarà un elaborato scritto e una valutazione del consiglio di classe. Il decreto dalla prossima settimana sarà in Parlamento e vedremo se sarà possibile fare modifiche migliorative».
Mentre alle superiori?
«Se si rientrerà a scuola entro il 18 di maggio l’esame sarà fatto di prove scritte e un orale. Altrimenti ci sarà solo l’orale. E io mi auguro che si possa fare di persona, con tutte le precauzioni sanitarie del caso. È un passaggio importante della vita dei ragazzi».
Un appello ai ragazzi?
«Io l’ho fatta nel 2006, l’anno dei Mondiali. Preparatevi e studiate a dovere: la maturità è la porta d’accesso a un mondo in cui gli esami non finiscono mai».
Il premier Conte ha perso il suo aplomb? Che ha pensato quando ha sbottato contro Salvini e Meloni?
«Che in questo Paese tutti dobbiamo assumerci la responsabilità di dire la verità agli italiani. Basta usare bugie e mezze verità».