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 2020  aprile 14 Martedì calendario

Don Winslow è tornato

Corruzione o voglia di giustizia, fame di vendetta contro redenzione: astenersi perditempo e narratori improvvisati. Questi temi necessitano di uno scrittore con le spalle larghe. Qualcuno come Don Winslow che è appena tornato nelle librerie d’oltreoceano con Broken (HarperCollins, pp.352) e complice la voglia d’evadere dalla quarantena globale, ha monopolizzato le recensioni facendo incetta di condivisioni sui social network. Togliamoci subito il dente: con le librerie che riaprono a singhiozzo e il calendario delle novità da definire, vale la pena comprarlo on line (in attesa della traduzione italiana firmata da Einaudi che pubblica tutte le sue opere)? Decisamente sì. Con Broken, Don Winslow si conferma un purosangue, in grado di dare al lettore intrattenimento allo stato puro senza lesinare sulla commedia sociale, pigiando sull’acceleratore quando di tratta di cogliere e far risaltare i risvolti quotidiani dell’inefficienza nella guerra alla droga. Per cui se il vostro inglese funziona e avete voglia di adrenalina e suspense, buttatevi. 
Winslow dedica il libro ai lettori («semplicemente, grazie») mentre l’epigrafe è affidata a Stephen King («se non hai tempo per leggere, non hai il tempo (e gli attrezzi) per scrivere. Semplicemente»). Sì, il re dei best seller, a sua volta atteso in libreria il 21 aprile con If It Bleeds (dal 12 maggio in Italia, pubblicato da Sperling & Kupfer, con il titolo «Se scorre il sangue») è un suo fan di lungo corso. Conclusa la trilogia da milioni di copie de Il Cartello (Il potere del cane, Il Cartello, Il Confine, editi fra il 2009 e 2019) in cui affrontava a muso duro il tema del narcotraffico tessendo un ritratto a tinte forti dell’America odierna, l’autore newyorkese – con 21 romanzi alle spalle – cambia passo e sforna una raccolta con sei racconti connessi l’un l’altro, legati da una frase lancio in stile Hemingway: «Non importa come arrivi in questo mondo, ne verrai fuori a pezzi».

I PROTAGONISTI
Broken introduce nuovi personaggi (uno su tutti, il detective Lou Lubesnicke in Crime 101) richiamandone in azione alcuni molto amati il detective Boone Daniels e il contrabbandiere di Bobby Z – facendone un titolo imperdibile per i suoi appassionati. Winslow omaggia capolavori generazionali, l’hard boiled alla Raymond Chandler o la tensione allo spasimo in Bullit con Steve McQueen, mescolando ladri di gran classe, delinquenti di bassa lega e poliziotti pieni di demoni, ossessionati dai confini etici della caccia al crimine. E ancora, in questo variopinto acquario metropolitano di anime perse, non mancano investigatori privati, cacciatori di taglie, spacciatori. Tutti insieme lanciati a fari spenti in una buia notte lungo l’autostrada del crimine made in Usa. Del resto, già anni fa, l’iconico James Ellroy l’aveva innalzato sul podio dei maestri del crime. 
Come parecchi autori nostrani Winslow ha dovuto cancellare tutta la tournée, convertita in un virtual tour dal tinello di casa, nel Sud della California. La colpa di questo caos? Il romanziere 66enne non ha dubbi: «Penso che Donald Trump sia direttamente responsabile della morte di migliaia di americani a causa della sua incapacità di agire, per aver dichiarato a gennaio che questo virus era bufala, dicendo che sarebbe andato magicamente via. Secondo me - ha detto al Los Angeles Times (e in parecchi tweet) – si tratta anche di responsabilità penali». 

SUI SOCIAL
Puntualmente riprende i tweet di The Donald affrontandolo a viso aperto evitando di omaggiare il politicamente corretto, guadagnandosi il rispetto dei lettori quando si lancia in analisi del crimine. Del resto, dopo anni passati a studiare i narcos (e le strategie del Chapo Guzman), oggi è un sostenitore della legalizzazione delle droghe. Tutte, nessuna esclusa: «L’unica strategia utile è quella di fermare i soldi», ha dichiarato al The Times. 
Intanto, libro dopo libro, il suo pubblico cresce e anche Hollywood lo ama. Dopo Bobby-Z (2007) e Le Belve (adattamento di Savages) diretto da Oliver Stone nel 2012, nel 2021 Matt Damon sarà il protagonista dell’adattamento di The Force, una storia aspra sulla corruzione nel mondo dei poliziotti, diretta da James Mangold; inoltre, Leonardo Di Caprio sta lavorando con la Warner Bros per portare in sala Satori, la storia di un assassino della Cia sotto copertura in Estremo Oriente e si riparla (finalmente) della versione cinematografica de L’inverno di Frankie Machine. Il ruolo era perfetto per Robert De Niro ma poi piombò sulla sua scrivania di Scorsese il copione di The Irishman. È tutto? No. La trilogia de Il Cartello doveva approdare in sala diretta da Ridley Scott, invece, sarà una maestosa serie tv, il racconto di cinquant’anni di guerra contro la droga. Andrà in onda sul canale FX, con la benedizione della Disney. Pare che il budget sia schizzato sino a 100 milioni. Mica male per un ex investigare privato, no?