Corriere della Sera, 13 aprile 2020
Brad Pitt soffre di prosopagnosia
Ci sono alcune malattie che, pur non essendo pericolose per la salute o la vita, qualche serio grattacapo lo danno lo stesso. Soprattutto se sono rare, non hanno cura e possono condurre all’isolamento sociale. È il caso della prosopagnosia, disturbo di cui soffre il divo dei divi, Brad Pitt. Inguaiato dalla malattia più di una volta. In cosa consiste questa insolita condizione neurologica? Fondamentalmente, la persona che ne soffre non riconosce i volti degli altri. Vede i loro lineamenti, come occhi, orecchie o bocca, ma non è in grado di metterli insieme per «comporre» un’immagine completa del viso e poi ricordarlo. Allo stesso modo si dimentica dei visi con estrema facilità. Se nelle persone «comuni» questa condizione può creare estremo disagio, figuriamoci in una stella del cinema, un volto di fama mondiale che, oltre a lavorare con altri attori, e costretto a continue interazioni con i giornalisti. Deve essere parecchio imbarazzante sedersi con un produttore o un intervistatore per la terza o quarta volta e non riuscire a ricordare con chi stai parlando...
«Non ricordo i volti», ha spiegato l’attore di «C’era una volta... a Hollywood» e di «Fight Club» in una intervista con «Esquire» nel 2013. «La gente pensa che io sia vanitoso. Non è così, soffro di prosopagnosia», ha detto Pitt, al quale però non è stata fatta nessuna diagnosi medica. Per facilitare i ricordi e «rompere il ghiaccio», è solito, sostiene l’attore, chiedere al proprio interlocutore dove si sono incontrati prima. Il che generalmente irrita non poco chi ha di fronte. «Ma la mia non è presunzione – precisa il divo —. Purtroppo non riesco proprio a ricordare i volti delle persone, anche di quelle che mi sono più care. Posso riconoscere le diverse parti del viso, ma non identificare a quale persona appartengono. Non è purtroppo sempre facile, soprattutto per il tipo di lavoro che svolgo. È un grande handicap e tutto ciò mi sta allontanando da molte persone, anche nell’ambito lavorativo».
Insomma, Pitt non è un egotista che non presta attenzione alle persone con cui parla: la realtà ha a che fare con una malattia che, in casi estremi, può condurre il soggetto che soffre fino a dimenticare i volti dei familiari o non riconoscersi davanti allo specchio. Questa malattia, la cui terminologia deriva da prosopon (volto) e da agnosia (ignoranza), è stata scoperta nel 1947 dal neurologo e psichiatra tedesco Joachim Bodamer, che credeva che questa alterazione potesse essere causata da forti colpi o malformazioni del cervello, come nel caso di uno dei suoi oggetti di studio, un giovane paziente di 24 anni. Nel tempo, la scienza ha dimostrato che la prosopagnosia può anche essere congenita.