Corriere della Sera, 12 aprile 2020
Asta record per i cimeli dei Beatles
Ci sono cose che durano nel tempo. Non importa che sia in corso una pandemia. Forse assicurarsi una pagina di storia diventa più importante nel momento in cui tante certezze vengono a mancare. Fatto sta che c’è chi, per assicurarsi un cimelio dei Beatles, è disposto a fare follie anche al tempo del coronavirus. Lo hanno scoperto gli organizzatori di un’asta pianificata per i 50 anni dallo scioglimento dei Fab Four di Liverpool: gli oggetti in vendita hanno superato le aspettative, a partire da una copia scritta a mano dei versi di Hey Jude, battuta per 910.000 dollari, un prezzo di nove volte superiore alle stime.
Era stato Paul McCartney a scrivere frettolosamente su un foglio le parole della canzone in occasione di una registrazione londinese, nel 1968. Si tratta di una canzone rimasta storica, tra le più amate del repertorio beatlesiano e, stando alla rivista Rolling Stone, all’ottavo posto nella classifica dei brani più amati di tutti i tempi. È anche un segno dell’affetto che McCartney nutriva per il figlio di John Lennon, Julian, che all’epoca era un bimbo di cinque anni alle prese con il divorzio dei genitori (John e Cynthia). «Julian ed io eravamo amici», ha raccontato in passato Sir Paul. Il titolo originale della canzone, così, era Hey Jules. Fu McCartney a cambiarlo successivamente: «Jude mi sembrò un nome più da musica country». Chi si è assicurato il reperto? Si sa solo che è un collezionista che vive negli Usa.
L’asta, coordinata da Julien’s, a New York, avrebbe dovuto avere luogo presso l’Hard Rock Café di Times Square, ma si è svolta solo online. Nonostante ciò, ha avuto un successo insperato. Tra i lotti più combattuti, dopo il manoscritto di Hey Jude, la batteria utilizzata da Ringo Starr alla Cow Palace Arena di San Francisco nel 1964, battuta per 200.000 dollari, seguita da un disegno realizzato da John Lennon e Yoko Ono con un titolo che ricorda l’impegno della coppia per la pace e contro i pregiudizi: Bagism, una filosofia nata per azzerare atteggiamenti razzisti e sessisti. Se chi parla è completamente coperto, la gente dovrà ascoltare ciò che dice piuttosto che fermarsi al colore della pelle, all’aspetto, al genere. Lo schizzo, visto anche durante il documentario del 1969 Bed in Peace contro la guerra in Vietnam, ha raggiunto un prezzo di quasi 94.000 dollari. Da record anche il portacenere utilizzato da Ringo Starr presso gli studios di Abbey Road (32.500 dollari), gli appunti del 1967 di Lennon e George Harrison sul video di Hello, Goodbye (83.200 dollari), il palcoscenico utilizzato dai Beatles per il loro debutto presso la Lathom Hall di Liverpool nel 1960 quando ancora si chiamavano The Silver Beats (25.600 dollari) e una fotografia in bianco e nero firmata da tutti i componenti del gruppo (11.520 dollari).
A dimostrazione che tutto ciò che è associato ai Beatles ha un valore che non necessariamente rispecchia i meriti artistici, sono andate a ruba anche diverse opere d’arte realizzate dai Fab Four, come una natura morta di McCartney, venduta per 28.000 dollari, e un collage realizzato da Lennon nel 1977, battuto per 12.800 dollari. Quando si tratta dei Beatles non c’è record che duri. Nonostante il successo di Hey Jude, però, McCartney rimane dietro a John Lennon: i versi di A day in the life scritti a mano da Lennon erano stati venduti da Sotheby’s nel 2010 per 1,2 milioni di dollari.