il Fatto Quotidiano, 11 aprile 2020
Arriva la madama
Avete presenti i vampiri quando vedono una treccia d’aglio o un filo di luce? Ecco: sono bastate le notizie sulle prime indagini giudiziarie, nate dalle prime denunce di medici, infermieri e parenti delle vittime nella Regione che ne detiene il record mondiale (la Lombardia “modello”), per seminare nel centrodestra (inclusa Italia Viva) e nei suoi house organ un misto di terrore e panico. Uno spettacolo impagabile. Da due giorni, sul Giornale, Libero, il Foglio e il Riformatorio, nonché nelle dichiarazioni dei forzaleghisti, serpeggia un terrore incontrollato, seguito da un fuggifuggi mediatico al grido di “mamma li pm!”, “si salvi chi può!”, “arriva la pula!”, “occhio alla madama!”, “me stanno a carcerà!”, “quelli ce se bevono a tutti!”. Roba che nemmeno in Parlamento agli albori di Mani Pulite o nei covi dei latitanti quando le sirene in lontananza annunciano il passaggio delle forze dell’ordine. “Datevi uno scudo dal virus dei giudici. Cari politici, varate fino a che siete in tempo per voi e per chiunque sia stato al fronte… uno scudo penale e civile a prova di Davigo (che non è più in servizio perché sta al Csm, ma fa lo stesso, ndr). Non sarà per salvare le vostre persone (noooo, ndr), ma il Paese dalla furia giustizialista che aggiungerebbe solo nuovi danni a quelli provocati dal virus… Fatevi giudicare dagli elettori” (Alessandro Sallusti, il Giornale). “Il virus e l’orrore del processo sommario” (Giuliano Ferrara, Il Foglio). “Sul virus piombano i pm. Aiuto, si salvi chi può. Parte la mattanza giudiziaria” (Pietro Senaldi, Libero). “Quello spettro delle manette facili che rischia di soffocare la ripresa. I funzionari potrebbero rinviare le decisioni per timore dei pm” (Luca Fazzo, il Giornale). “Ora serve l’immunità. La Fase 2 non diventi un processo a tutti” (Massimo Mallegni, senatore FI, il Giornale). “La sinistra sfrutta il virus per invocare Mani Pulite” (il Giornale), “Il virus da sanitario si sta già trasformando in virus giudiziario” (Tiziana Maiolo, Il Riformista).
Per dire quant’è lunga la coda di paglia di lorsignori, basta pensare che tremano persino alla notizia che Gherardo Colombo, ex pm in pensione da 13 anni e ormai convertito all’abolizione delle carceri, farà parte della commissione d’indagine creata da Comune di Milano e Regione Lombardia per indagare su eventuali anomalie nella gestione del Covid al Pio Albergo Trivulzio. Fosse un pregiudicato, tipo Formigoni, passi: ma un incensurato come Colombo proprio no. Pazienza se, oltre alle vittime dell’epidemia impossibili da salvare, ci sono migliaia di persone condannate a morte dalle scelte scellerate della giunta lombarda e delle sue autorità sanitarie.
Tipo: la mancata chiusura dell’ospedale di Alzano; la mancata zona rossa in Val Seriana dopo i primi casi del 22 febbraio per non disturbare Confindustria; l’ordinanza che apre le porte dei centri anziani ai pazienti infetti usciti dalle rianimazioni; i medici e gl’infermieri mandati in corsia senza tamponi né protezioni. E pazienza se tutto questo si chiama, nel Codice penale, “epidemia colposa”. Lorsignori fingono di ignorare l’obbligatorietà dell’azione penale in presenza di notizie di reato così gravi ed evidenti su una strage che evitare era impossibile, ma limitare era possibilissimo. E reagiscono scomposti e disuniti come nelle fughe alla spicciolata, fra bagagli raffazzonati alla meglio che si sfaldano per strada, grimaldelli e piedi di porco che rotolano giù dalle tasche, mutandoni (di ghisa) che svolazzano dal cofano legato con lo spago. C’è persino chi, dando ormai giustamente per spacciati Fontana, Gallera e gli altri cabarettisti della Regione Modello, invoca il silenzio stampa sulle loro tragicomiche gesta, nella speranza che i terribili pm non le abbiano notate. L’altroieri, a Piazzapulita, un Sallusti visibilmente provato intimava a Padellaro, che aveva osato rispondere a una domanda di Formigli, di “stare zitto”. Al che Padellaro faceva notare di essere stato invitato per parlare, come del resto Sallusti, che infatti parlava per dire agli altri di tacere. Il suo problema erano le critiche al duo Fontana & Gallera, peraltro certificate non dai manettari del Fatto, ma dagli Ordini dei medici di tutta la Lombardia. Infatti sfidava Padellaro a denunciare “il tuo amico Zingaretti”, che, oltre a non essere amico di Padellaro, c’entrava come i cavoli a merenda.
Intanto un tal Alessandro Morelli, nientemeno che “deputato e responsabile Editoria della Lega” (per via di quella volta che lo beccarono a consultare l’elenco telefonico), emana una “nota” per denunciare “una vicenda incresciosa” di “sciacallaggio indegno sui morti e i professionisti che combattono una battaglia difficile” (i medici che hanno inchiodato la giunta lombarda alle sue boiate): un’intervista del Tg1 a un primario di Alzano (coperto dall’anonimato per evitare rappresaglie dai giannizzeri forzaleghisti) sull’ordine del braccio destro di Gallera di riaprire l’ospedale infetto. Al censore Morelli, che minaccia “esposti” non si sa bene a chi, forse alla Bestia, fanno eco due geni forzisti, il noto Gasparri e tal Alessandra Gallone, che gridano alle “fake news” del “presunto primario” (sic) e all’assenza di “contraddittorio” (quella strana cosa per cui, se un primario critica uno di destra, subito dopo parla Gasparri). E minacciano di investire “immediatamente la Commissione di Vigilanza”, come se questa potesse sindacare i contenuti giornalistici e impedire a un tg del servizio pubblico di svolgere eccezionalmente un servizio pubblico. Ma è bello sapere che lorsignori sono nervosetti. Vuol dire che la resa dei conti è vicina. Come diceva don Abbondio dopo la peste di Milano: “È stata un gran flagello, ma è stata anche una scopa; ha spazzato via certi soggetti che, figliuoli miei, non ce ne liberavamo più”.