Avvenire, 11 aprile 2020
Negli stadi di Taiwan robot e manichini sugli spalti
Nel mondo sospeso dello sport, c’è un torneo che riparte, che ritrova una parvenza di normalità: accade proprio oggi, sabato 11 aprile, giorno in cui a Taiwan riprenderà il campionato di baseball organizzato dalla Cpbl, la Chinese Professional Baseball League. Da quelle parti il contenimento del coronavirus ha funzionato con un certo successo e, a partire da questo aspetto fondamentale, si è data così la possibilità di ricominciare a giocare, ma con limitazioni che potremmo vedere, in futuro, anche nei nostri stadi: è stato stabilito che negli impianti non potranno entrare più di duecento persone, inclusi atleti e arbitri, tecnici e staff, giornalisti e addetti al broadcasting. In parole povere, significa solo una cosa: porte chiuse al pubblico.
Ecco allora l’idea dei Rakuten Monkeys, club campione in carica che ha deciso di dotarsi una claque a comando: sugli spalti dello stadio di Taoyuan infatti siederanno (ma sarebbe più corretto dire saranno posizionati) 500 tra manichini e robot antropomorfi, agghindati con le divise ufficiali della squadra, muniti di cartelli motivazionali – alcuni, non tutti, anche di mascherine – e, i più evoluti, capaci persino di applaudire. «Non essendo autorizzati ad aprire le porte al pubblico, è un modo per divertirsi», ha affermato Justin Liu, general manager del club, al sito ufficiale della lega che ha anche pubblicato le immagini dei manichini già installati nei diversi settori dello stadio. Inutile dire che l’effetto sia a dir poco straniante.
Tuttavia, quando il coronavirus ancora non era immanente nelle nostre vite, anche in Italia ci fu chi, affetto da un cronico calo di spettatori, per rendere più accattivanti le riprese tv delle partite e riempire il vuoto si inventò un surrogato di pubblico, posizionando sugli spalti a favore delle telecamere enormi lenzuoli con le gigantografie dei tifosi. Artefice del trucco la Triestina, in B: era il 2010. Il club venne irriso da tutta Italia. Invece era semplicemente dieci anni avanti.