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 2020  aprile 10 Venerdì calendario

Periscopio

App, app… Quelle dei guappi non sono appetibili, né appetitose. Dino Basili. Uffa News.

Mi ero specializzato a dividere in otto i capelli che il contraddittore aveva spaccato in quattro. Giuseppe Prezzolini, L’italiano inutile. Rusconi libri, 1994.

Pigro? Altro che. Proprio perciò sono attivo. Ho passato la vita obbligandomi a essere il contrario di come ero. Guido Morselli, Il comunista. Bompiani, 1976.

L’unica preoccupazione seria è per mia figlia. Lavora per l’Onu come operatrice umanitaria e in questo momento si trova a Mogadiscio dove vive come tutti i suoi colleghi in un camper. La Somalia è uno dei Paese africani più caldi per via di una guerra infinita e del terrorismo. Proprio pochi giorni fa c’è stato un attacco a un convoglio di militari italiani. Lei è una ragazza in gamba e coraggiosa, ma ogni volta che suona il telefono in orari un po’ strani, il cuore comincia a ballarmi la rumba nel petto. Mi pare normale per un padre. Cesare Prandelli, allenatore (Marco Bernardini). Calciomercato.com.

A Napoli, per combattere il degrado di Scampia, è stato abbattuto un altro dei suoi enormi palazzi, detti le Vele. I politici hanno infatti stabilito che la delinquenza che dà fama televisiva al quartiere sia frutto di quei mostri architettonici. In origine, i mastodonti erano 7. Forma a vela latina (da cui il nome), centinaia di famiglie alloggiate. Costruiti tra gli anni 60 e 70 del secolo scorso, erano modello di edilizia sovvenzionata ma caddero presto in balia della malavita. Così, a partire dal 1997, con il sindaco diessino Antonio Bassolino, cominciò l’abbattimento delle Vele, con l’obiettivo di stroncare la camorra. La Vela che si distrugge in questi giorni, con comica gioia del sindaco Luigi De Magistris, è la quarta. Due altre sono condannate alla stessa fine, mentre l’ultima Vela resterà a testimonianza di una stagione architettonica. Giancarlo Perna. LaVerità.

Conte si è ormai convinto, complice anche l’abuso di brillantina, di essere davvero «unto dal Signore», ha colto come un messaggio divino anche la scomparsa, nei giorni scorsi, del suo padre spirituale e mentore, il cardinale Achille Silvestrini. La morte dello stratega dell’Ostpolitik (l’apertura all’Urss) gli ha permesso, senza passare dalla consueta delicata mediazione di monsignor Claudio Maria Celli, un altro giro nei sacri palazzi e persino una pubblica benedizione del Santo Padre. In tempi di crisi di governo, infatti, nessun candidato alla Presidenza del Consiglio aveva mai avuto un tale privilegio. Luigi Bisignani. Il Tempo.

A quasi novant’anni posso permettermi il lusso di chiamarmi vecchio. Non sono un anziano, una di quelle figure pompate dalla pubblicità. Fornite di dentiere scintillanti, di sorrisi smaglianti e abbronzature perfette. Tutti a puntino. Che vanno nei parchi a cercare l’elisir dell’immortalità. No, io sono fuori da tutto, pur restando dentro casa, con mia moglie Marisa, barricato nel tempo del contagio. Che faccio? Quello che fa un vecchio: vado spesso in bagno, dormo male la notte, spio dalla finestra il vuoto della mia città, Piacenza. Piergiorgio Bellocchio, scrittore (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Se oggi potessi richiamare in vita una persona con cui festeggiare i miei 90 anni, richiamerei mia mamma. È stata una eroina. Mi ha aiutato a superare tutto e forse non l’ho amata abbastanza. È a lei che continuo a raccontare la mia vita. Natalia Aspesi, 90 anni, giornalista (Simonetta Fiori). la Repubblica.

Papa Luciani, non certo un progressista, lo chiamava «il mio Gennarino». Il resto della Chiesa, o quasi, «comunista», «eretico», «sovvertitore della fede», «negatore del catechismo», «traditore dei sacri ordini». «La terrorista nera Francesca Mambro l’8 marzo 1978 mi sputò in faccia, urlandomi: “Prete rosso, a te t’ammazziamo!”. In tempi di coronavirus sarei morto», sorride Gianni Gennari, 80 anni, che dal 1984 è pure un sacerdote sposato. Il resto venne di conseguenza: fuori dal Seminario minore, privato della cattedra di Teologia morale alla Lateranense, cacciato dal Pontificio istituto Marianum, estromesso dal liceo Giulio Cesare di Roma dove insegnava religione: «I 700 studenti raccolsero 10 fogli protocollo di firme affinché restassi e il preside presentò ricorso alla Corte costituzionale, ma perse». Adesso un’inaspettata riabilitazione: un suo testo, censurato nel 1975 per eresia dall’ex Sant’Uffizio, diventa un libro, Gesù Cristo: «rivoluzione» di Dio, pubblicato dalle Edizioni VivereIn di padre Leonardo Sapienza, reggente della Casa pontificia, il collaboratore più vicino a papa Francesco dopo che il prefetto Georg Gänswein è passato ad altro incarico. Gianni Gennari, 80 anni, ex prete, oggi collaboratore di Avvenire (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Quando Berlusconi scese in campo, Alberto Sordi commentò: «Non gli mancava nulla, era già un uomo di potere, chi glielo ha fatto fare?». Igor Righetti, Alberto Sordi segreto. Rubettino, 2019.

I latini cattolici sanno che essi non sono che degli uomini che si adattano. Essi trattano loro stessi con l’indulgenza necessaria. I tedeschi protestanti invece sembrano non poter mai adattarsi alla condizione umana. Essi vogliono guardare il sole in faccia, senza battere ciglio. Questo atteggiamento ha dato alla Germania qualche genio, in generale morti giovani o pazzi: NIetzsche, Hölderlin, Novalis. Ma ciò ha spinto la Germania in disastri immensi. Come dimenticare che il gusto di Lutero per la verità ha, alla fine, provocato la guerra dei Trent’anni che fece, proporzionalmente, più morti che la Prima e la Seconda guerra mondiale assieme? Brigitte Sauzay, Le vertige allemand, la vertigine tedesca. Olivier Orban, 1985.

A dire la verità, il ponte di Mostar era nato per esigenze strategiche: su quello stretto passaggio avrebbero dovuto marciare le truppe dell’armata ottomana, dirette alla conquista di Vienna. Non accadde mai. Lo ripercorsero nel 1683 in senso contrario invece (e di gran carriera) i sopravvissuti di quell’armata, inseguiti dalla feroce cavalleria polacca. I turchi infatti morivano come mosche (15 mila caduti nell’invencible armada del Gran Vizir) in quella ritirata dopo la sconfitta nella battaglia alle porte della capitale austriaca, che di fatto segnò la fine delle mire espansionistiche ottomane in Occidente. E come a volte capita nella storia, quello che sembrava un inutile azzardo si rivelò negli anni un’opera duratura e benemerita. Maurizio Pilotti. Libertà.

Quando voglio vedere in faccia un politico, non so da che parte guardare. Roberto Gervaso. Il Giornale.