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 2020  aprile 09 Giovedì calendario

Dieci viadotti crollati in dieci anni

L’immagine è incancellabile e certo non basterà il mezzo miracolo della ricostruzione quasi a tempo record per sbiadirla. Il disastro del Ponte Morandi resta il simbolo dell’Italia fragile. Mal costruita e quasi mai sottoposta a manutenzione. Il disastro di Genova, costato la vita a 43 persone, ha messo in luce anche altri aspetti che interessano il sistema delle infrastrutture nostrane: gli investimenti sbagliati, i profitti dei concessionari autostradali e la scarsa attenzione verso la sicurezza. Le istantanee del gigante di cemento e acciaio sgretolato, delle auto accartocciate nel fondo della voragine e delle bare allineate hanno fatto il giro del mondo e forse hanno fatto passare in secondo piano gli altri guai e le altre tragedie delle nostre strade. 
L’ultimo episodio è quello di ieri tra Toscana e Liguria ma mandando indietro il nastro del film bisogna mettere in pausa subito. Giovedì 2 aprile: un ponte su una strada provinciale alle porte di Nebida, in Sardegna, viene giù mentre passa un camion carico di rifiuti. Il compattatore si ribalta ma il conducente per fortuna si salva. A novembre 2019 si assiste a un’altra tragedia solo sfiorata sull’autostrada Torino-Savona, dove basta una frana per sgretolare un viadotto. 
Il 6 agosto 2018, alle porte di Bologna, un’autocisterna carica di gas provoca un’esplosione e l’asfalto del raccordo viene giù. Un incidente, certo, ma da mettere in conto in una strada di quel tipo: possibile che le condizioni di sicurezza non fossero al top? 
Da un anno all’altro le situazioni si ripetono. Il 18 aprile del 2017 un altro crollo sulla tangenziale di Fossano, in provincia di Cuneo. A marzo 2017 frana un ponte in corso di ristrutturazione vicino ad Ancona. Muoiono due coniugi che erano a bordo di un’auto travolta da una pioggia di calcinacci. Il 23 gennaio, sempre del 2017, crolla un ponte in Calabria, il Fiumara Allaro, e fortunatamente non ci sono vittime. Il 28 ottobre 2016, a metà pomeriggio, al passaggio di un tir da 108 tonnellate (peso regolare, secondo le indagini) collassa un cavalcavia sulla superstrada tra Milano e Lecco. Muore un uomo di 68 anni e si contano 4 feriti. 
Una frana, nell’aprile 2015 investe in pieno un pilone del viadotto sulla Palermo-Catania: tanti danni ma nessuna vittima. Quattro feriti, invece, a luglio 2014 quando crolla una parte della strada tra Ravanusa e Licata, in provincia di Agrigento. L’anno prima, nel drammatico giorno dell’alluvione, in Sardegna si sfonda un ponte tra Oliena e Dorgali, nel Nuorese. Nella voragine finisce un’auto della polizia: muore un agente e i suoi colleghi finiscono in ospedale. Nella notte tra il 21 e il 22 ottobre 2013 crolla un ponte a Carasco, nell’entroterra ligure, provocando la morte di due persone precipitate nel torrente Sturia. 
Anni di disastri che spiegano la gravità della situazione e dei tanti provvedimenti giudiziari. Proprio come quello adottato in questi giorni dalla Procura di Messina che ha posto sotto sequestro un tratto della A20 che collega la città con Palermo. Alcune parti in cemento non sono più in buone condizioni e così c’è stato l’intervento urgente dei magistrati, che hanno anche indagato alcuni tecnici e gli amministratori del consorzio che gestisce le autostrade a pagamento della Sicilia.