Il Sole 24 Ore, 9 aprile 2020
Pagare mettendoci la faccia
Pagare mettendoci la faccia o l’impronta digitale? Non è più fantascienza. In Cina Alipay sta incentivando i pagamenti con riconoscimento facciale, in Russia i supermercati Azbuka Vkusa hanno lanciato il pagamento tramite fingerprint associati a carte di credito. In Europa la danese Nets in una caffetteriafa scegliere tra impronta o riconoscimento facciale.Le soluzioni biometriche devono risolvere ancora qualche problema di privacy, ma non c’è dubbio che siano la frontiera più avanzata in fatto di pagamento.
Nella stessa direzione vanno i sistemi che sfruttano la massa crescente di oggetti connessi e intelligenti, a partire dai wearables, che già hanno raggiunto i 70 milioni di euro nel 2019 con l’apporto di sistemi appositi. Per proseguire con le prime sperimentazioni di sistemi di pagamento mediante le automobili intelligenti, che permettono all’autista di saldare il conto direttamente dal cruscotto senza scendere. Lo stanno testando Fca, General Motors e Jaguar con le applicazioni di merchant come Shell e Domino’s, ma anche Daimler per quanto riguarda i camion.Poi c’è il mondo degli smart speakers: Interflora ed ExxonMobil hanno iniziato ad accettare pagamenti tramite Amazon Alexa, mentre Walmart prende ordini da Google Home.
I pagamenti digitali hanno registrato un’accelerazione sotto la spinta dell’emergenza sanitaria che ha dato nuovo impulso ai pagamenti a distanza. «Le condizioni attuali non permettono di fare previsioni verificabili ma sembrano esserci tutte le condizioni per un ulteriore consolidamento dei pagamenti elettronici, anche in una fase di contrazione dei consumi: sono strumenti che arrivano più velocemente agli utenti e convincono chi inizia a utilizzarligrazie a usabilità, velocità ed efficienza», afferma Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano che i 15 aprile presenterà il report annnuale.
I dati confermano il trend di progressiva digitalizzazione del sistema. I pagamenti basati su carta sono cresciuti l’anno scorso del’11% a 270 miliardi di euro. Nonostante il miglioramento, l’Italia rimane in netto ritardo attestandosi al 23° posto per uso della carta di credito in Europa su 27 Paesi. In continua crescita anche l’ecommerce, aumentato del 15% a 30,3 miliardi, sempre più conquistato dal mobile cresciuto del 33% a 12 miliardi. Inarrestabile la tendenza allo spostamento verso il pagamento in mobilità anche nel negozio fisico, settore che registra un incremento di ben il 244% sia pur su cifre ridotte (1,83 miliardi), anche grazie al contributo delle soluzioni non basate su carta. È questa la parte più dinamica dei pagamenti innovativi, nel complesso più che raddoppiati a 3,1 miliardi (+109%), per la quasi totalità in mobilità.
Una tendenza che conferma il crescente successo dei sistemi più user friendly, semplici, rapidi e, in prospettiva, sempre più invisibili. In questo ambito l’Osservatorio evidenza il trend significativo, sia pur di portata minore, delle applicazioni che permettono di pagare in mobilità anche merendine, bibite e caffè erogate dai distributori automatici. «Il fattore fondamentale per il futuro diventa l’offerta di user experience semplici che offrano un vantaggio visibile all’utente, sia con servizi integrati e diversificati, anche dal punto di vista del merchant, che un’offerta interoperabile che si espanda anche a nuovi settori di pagamento, come ha dimostrato l’espansione ai mezzi di trasporto», conclude Asaro.