Corriere della Sera, 8 aprile 2020
Trump punta sulla clorochina
La parola magica, difficile da pronunciare, è idrossiclorochina. Donald Trump ci crede: il farmaco anti-malaria, inventato durante la Seconda guerra mondiale, può essere l’arma, non tanto segreta, per sconfiggere il Covid-19.
Meglio spazzare via subito i cattivi pensieri. Il New York Times, riprendendo una notizia di Forbes, ha scritto che il presidente «ha un piccolo interesse finanziario nella Sanofi, la società francese che produce il Plaquenil, uno dei marchi commerciali della idrossiclorochina». Il quotidiano newyorkese, però, non precisa quanto sia «piccolo» e indiretto «questo interesse finanziario». Lo fa invece il sito MarketWatch, notando che i tre trust della famiglia Trump hanno investito nel fondo Dodge & Cox che, a sua volta, ha acquistato azioni Sanofi. A seconda delle oscillazioni di Borsa, il valore dell’«interesse» di Trump oscilla tra i 15 mila dollari e i 99 dollari.
Inoltre quasi tutti i produttori, da Bayer a Novartis, si sono impegnati a fornire gratuitamente milioni di compresse, qualora le autorità sanitarie americane autorizzassero l’uso della medicina nella terapia contro il coronavirus.
Questo non significa che qualcuno, in prospettiva, non stia fiutando l’affare, magari scommettendo sui titoli in Borsa. Ma Trump ha un problema più urgente e drammatico che imbarcarsi in una speculazione di incerto cabotaggio. Da giorni è alla ricerca frenetica di una via d’uscita dall’emergenza (superati ieri i 12 mila morti, mille in poche ore). La prudenza del virologo Anthony Fauci, i modelli matematici di Deborah Birx, coordinatrice della Task force alla Casa Bianca intralciano il suo desiderio di essere, o almeno apparire, come il «presidente di guerra» in grado di far ripartire subito il Paese (e vincere a valanga le elezioni di novembre).
Nei momenti difficili, e questo è il momento più difficile in assoluto, Trump si affida alla cerchia ristretta dei consiglieri, più o meno formali. Ecco perché il presidente sta dando spazio a un team parallelo, a un singolare comitato di medicina alternativa. Ne fanno parte Peter Navarro, consigliere economico dello Studio Ovale; Rudolph Giuliani, già avvocato personale del presidente nel Russiagate: Laura Ingraham, conduttrice di Fox News; Larry Elison, amministratore delegato di Oracle, società di software californiana. Più qualche medico che sostiene di aver già sperimentato con successo l’idrossiclorochina.
Il Washington Post ha raccontato che venerdì 3 aprile Laura Ingraham ha accompagnato alla Casa Bianca due medici, ospiti abituali della sua rubrica televisiva. Sono Ramin Oskoui, un cardiologo di Washington Dc, e Stephen Smith, uno specialista di malattie infettive del New Jersey. All’incontro era presente anche Stephen Hahn, il commissario della Fda, la Food and Drug Administration, che deve approvare l’utilizzo dei farmaci. Il più convincente sarebbe stato Stephen Smith che avrebbe spiegato a Trump di aver curato già 100 pazienti Covid-19 con l’idrossiclorochina. «Mi sono formato con il dottor Fauci e ho grande rispetto per lui – ha dichiarato – Ma io guardo ai dati». Da ultimo anche il governatore di New York, Andrew Cuomo, ha mostrato interesse: «Può essere una base di cura».
La discussione tra i medici è ancora aperta e dovrebbe procedere facendo affidamento sull’oggettività scientifica. È il punto su cui insistono Fauci e l’intera Fda. Le questioni sono ormai note anche al grande pubblico. Gli effetti collaterali possono essere pericolosi, soprattutto per chi ha disturbi cardiaci. Inoltre le prove che il composto chimico sia davvero utile sono ancora inaffidabili («anecdotal» come ripete Fauci).
Trump ha trasformato tutto ciò in un tema politico-psicologico. Il leader coraggioso che supera i dubbi dei tecnici: «Siamo in guerra. Proviamo, che cosa abbiamo da perdere?». Navarro e Giuliani gli offrono la materia prima per il suo ragionamento. Ecco, per esempio, come si è espresso in un’intervista l’ex sindaco di New York: «Quando ho finito con Joe Biden (il caso Ucraina che ha portato all’impeachment, ndr) mi sono dedicato a questo farmaco antimalaria. Non sono un dottore, ma un ex procuratore e ho la capacità di immergermi subito in un argomento». Il 27 marzo i gestori di Twitter bloccarono l’account di Giuliani che aveva postato un messaggio in cui annunciava che il trattamento antimalaria era efficace al 100% contro il Covid-19.