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 2020  aprile 08 Mercoledì calendario

Periscopio

Guardo con interesse alla soluzione adottata dal re di Thailandia, che si è messo in autoisolamento con 20 concubine. Massimo Gramellini. Corsera.
Tutti, con il Covid-19, attendono il vaccino e speriamo che questo attenui la posizione dei no-vax. In questo paese crediamo troppo agli stregoni e troppo poco nella ricerca. Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri (Pietro Senaldi). Libero.

I decreti del presidente del consiglio sono editti di cui lui solo è autore e responsabile, ogni altra autorità ne è esclusa. Marcello Pera, ex presidente del Senato. Corsera.

Vuol sapere, da me che le ho conosciute tutte, chi è la donna più bella del mondo? Mia moglie Antonella. Ho chiamato Antonella, Lilli, anche la mia macchina fotografica. Se non è amore questo... Rino Barillari, paparazzo (Massimo M. Veronese). il Giornale.

In Occidente dilaga la mania di proibire. Molte innocue parole sono diventate tabù, le idee alternative sono represse, è vietato, pena il carcere, riscrivere la storia recente, ingessata da decenni: il bene qua, il male là. Questo ergastolo del libero pensiero punta a diffondere la tolleranza, schiacciando col caterpillar le tradizioni occidentali. Pare che il nostro modo di vivere urti neri, gialli, campesinos, minoranze varie, trans, femministe, me-too, genitori gay. Dobbiamo perciò rinnegarci, fingendo un rispetto del prossimo costruito a tavolino e imposto d’imperio, senza un briciolo di spontaneità. Giancarlo Perna. LaVerità.

I radical chic modello Ztl li abbiamo visti, baldanzosi e ipocriti, inneggiare a Ho Chi Minh e al solito Che Guevara: il primo, un eroe che non amava le mezze misure, e il secondo, un «coglione», come lo definì il comunista Giancarlo Pajetta parlando con Biagi (ministro dell’economia di Fidel Castro, Guevara voleva abolire la moneta per tornare al baratto in natura). Roberto Gervaso, Italiani pecore anarchiche. Mondadori, 2003.

Da decenni assente ma presente, Mina continua a mandarci dal suo minareto, invisibile come una muezzin della mistica leggera, svariati messaggi (talvolta purtroppo anche pubblicitari) e splendide canzoni che hanno deliziato la nostra vita, con quel lieve tocco di malinconia e di amori andati a male, che si addice alla bellezza tormentata dell’amore, tra apparizioni e scomparse, ricordi e rimpianti. Scorporò la sua voce, disincarnò il canto, e diventò la colonna sonora delle più intime tenerezze di molte generazioni. Abbiamo continuato a vivere nella civiltà minoica da lei decantata, anche dopo anni dalla sua assenza, come accade alle stelle di cui arriva la luce in terra anche se da anni sono spente e cadute. Mina è patrimonio di svariate generazioni che oggi hanno dai 40 ai 100 anni, e non dispiace a tanti giovani. Marcello Veneziani. Panorama.

A un mio coetaneo costretto a stare in casa direi: ripassa la tua vita, prendi un album di fotografie con tutte le immagini delle persone che hai conosciuto, ripensa agli amici della tua esistenza, ai luoghi che hai visitato. Sfoglialo con calma, lasciati guidare dai ricordi. La vita di ognuno di noi è un romanzo. Ora mi dirà: avendo fatto spettacolo lei ha avuto una vita piena, fortunata, piena di incontri. È vero, ma la vita di ognuno di noi è unica. Non bisogna abbattersi. Non è giusto che il coronavirus cancelli tutto. Questo periodo sarà un ricordo doloroso, ma come tutte le cose della vita passerà, come la seconda guerra mondiale. Anche quella è una malattia che è passata, il dopoguerra è arrivato. Pippo Baudo, presentatore tv (Silvia Fumarola). la Repubblica.

Voto: 0. Paolo Sorrentino. Guardi su Sky il primo episodio della sua nuova serie The New Pope e pensi: beve assenzio? Il secondo: fuma crack? Il terzo: si fa di Lsd? Il talento, rivelato agli esordi con Le conseguenze dell’amore, ha ceduto il passo a una grottesca morbosità. Poi rileggi i titoli di testa: «Creato e diretto da...». Ah, ecco, neanche Napoleone: si crede Dio. Domine, non sum dignus. Stefano Lorenzetto, Arbiter.

Così, il problema dello scrittore in Italia, il suo «voler descrivere qualcosa di cui possa darsi testimonianza» si scontrava per Flaiano con un’Italia del benessere «pulcinellesca e balordona» in cui non c’era più spazio per la tragedia, ma solo per la farsa, l’Italia dove anche il cretino era «specializzato», il Paese dove ci si «batteva per le idee, non avendone». Stenio Solinas. il Giornale.

Mio padre morì di crepacuore poco tempo dopo il crac della sua azienda. Gli ultimi giorni della sua vita furono splendidi. In contrasto con tutto quello che si era abbattuto su di noi. Alla sua morte seguì quella di mia madre. Non avevo più legami né radici, né interessi da difendere. Avevo un diploma e, grazie a una borsa di studio, andai a Vienna nel 1958. Vi restai tre anni a perfezionarmi con Hans Swarowsky che era stato allievo di Schönberg e compagno di studi di Alban Berg. Swarowsky fu un uomo di grandissimo talento. Dalla sua scuola sono usciti direttori come Claudio Abbado, Zubin Metha, Giuseppe Sinopoli, Daniel Barenboim. Tito Gotti Jo, musicologo e direttore di orchestra (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Dopo potremmo farci una bella gricia da Roscioli. O, eccezionalmente, una carbonara che è la migliore di Roma, quindi del mondo, e la fa un tunisino magrissimo, di Monastir. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.

Calammo la vela ed aspettammo si aggiornasse. Massimo D’Azeglio, Ettore Fieramosca. Vallardi, 1963 (prima edizione, 1833).

Che i tedeschi abbiano riservato agli americani un’autentica venerazione non deve sorprendere. I due popoli infatti sono molto vicini. Gli emigrati tedeschi hanno fornito una buona parte dell’élite americana. Cinque milioni e mezzo di tedeschi, tra il 1820 e il 1920, hanno cercato una nuova vita nel Nuovo Mondo (certe regioni tedesche come il Hunsrück si sono svuotate in questa occasione, fino a un terzo della loro popolazione). Brigitte Sauzay, Le vertige allemand, La vertigine tedesca. Olivier Orban, 1985.

La vita di vespa e il piede piccino interessavano gli uomini di quando io ero ragazzo. Giuseppe Prezzolini, L’italiano inutile. Rusconi libri, 1994.

In camera si teneva un cartellone réclame del Corpo dei Marines, un longilineo soldato dai capelli color sabbia come l’attillatissima divisa e, tutt’intorno, la scritta orgogliosa «The only Country That Never Lost a War», il solo paese che non ha mai perso una guerra. Guido Morselli, Il comunista. Bompiani, 1976.

Quanti piccoli pensieri nella morte degli uomini grandi. Roberto Gervaso. il Giornale.