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 2020  aprile 07 Martedì calendario

Alessandro Cattelan non si ferma. Intervista

Con le precauzioni, con pochi ospiti in studio, con molti collegamenti, con parecchie cose che non si possono fare e quindi molte altre da inventarsi. E poi in diretta. Insomma torna E poi c’è Cattelan (da stasera su SkyUno, alle 21.15). Tempo fa era tutto abbastanza deciso, poi più avanti si era pensato di usare qualche accorgimento, infine ci si è buttati nell’emergenza. Talk show da prima serata (la vecchia costruzione del Late Night si perde un po’), lo spirito, spiega il quasi quarantenne (a breve) conduttore, è stato: «Siamo un paese nel quale tutti puntano facilmente il dito e accusano: questo guaio in corso ci ha fatto pensare che noi siamo per il massimo rispetto di tutti, di chi ha paura e di chi non ce l’ha, di chi si consola e di chi non se ne fa una ragione. Se rispetti le regole, e stai a casa, allora siamo con te comunque tu stia vivendo questo periodo. E cerchiamo di starti vicino».

Ma il pubblico cerca davvero questo tipo di consolazione?
«Ho la prova della radio, a DeeJay. Un mare di messaggi di gente che dice: per fortuna in questo ribaltamento totale ho questi spazi fissi con voi, vi ascoltavo prima e vi ascolto anche ora e mi sento meglio».
Quindi anche il ritorno di “Epcc” sta dentro una prospettiva simile.
«Ci abbiamo pensato a lungo, si poteva lasciar perdere. Stiamo camminando in questo tunnel, sarebbe bello immaginare che ci mettiamo qui e nel nostro piccolo accompagniamo chi ci segue all’uscita, a riveder la luce».
Con problemi logistici.
«Ovvio, pochissima gente in studio, ospiti reclutati a Milano o intorno a Milano. Perché sì, ci sono anche i collegamenti esterni, ma a me non è che facciano impazzire».
Ma come, questa della neo-tv via web, il futuro, le dirette Instagram, la tv che non sarà mai più come prima…
«Mah. Abbiamo fatto anche noi qualche puntata web con grandi ospiti. Alla fine, più sono grandi, più rimpiangi di non poterli avere per una trasmissione vera».
Lo pensa anche il pubblico?
«Secondo me in gran parte sì. Prima c’era l’effetto novità e l’ansia di fregare il destino inventandoci qualcosa. Alla decima cosa Instagram diventa alienante, subentra un senso di impotenza e ottieni l’effetto contrario».
Ma i collegamenti dovrete farli comunque.
«Ne facevamo anche prima, ma devi avere uno spunto. Per esempio quando abbiamo fatto una prova sovrapponendo un po’ di ospiti nelle finestre video uno di noi ha detto: sembra il Gioco dei Nove. E quindi abbiamo deciso di fare il gioco dei Nove, già stasera (ci saranno, collegati, Annalisa, Caressa, Leo Gassman, Ivan Zaytsev e altri, ndr )».
Niente pubblico in studio.
«Terribile anche solo pensarlo. Ci siamo inventati, anche qui in collegamento, un pubblico speciale, le classi V del Liceo Parini di Milano».
Ospiti in studio Elodie e Linus, in collegamento l’astronauta Paolo Nespoli. Che può dire un astronauta oggi?
«Ha una certa esperienza di vita in isolamento. Proveremo a girarla in positivo: così come è abituato a stare solo e rinchiuso, è abituato a uscirne e recuperare normalità. Gli chiederò: com’è quando se ne viene fuori?».
Ma riuscirete a parlare anche d’altro? Non è che ogni domanda alla fine avrà dentro il virus?
«Cercheremo di uscirne, anche qui. Ma sarà anche una scommessa per noi, vediamo che succede».
Lei come vive l’emergenza, cosa segue, alle 18 guarda la conferenza fissa?
«Mi interessa il futuro, provo a documentarmi su quello. Mi affido ai virologi, ai medici, cerco di non seguire i numeri passo passo: coi numeri diventi o apocalittico o ottimista grullo e magari sbagli in entrambi i casi. I sociologi mi sembrano un po’ apocalittici. Mi interessano di più scienziati ed economisti».
Gli economisti. Sicuro?
«Mi sembra che riescano a ragionare di più in termini di soluzioni possibili, di problemi e del loro superamento quando tutto sarà finito. Certo, ci vuole anche ottimismo».
Ma come si faranno quei casting di “X Factor”, quelli pieni di giovani ammassati in attesa di una chiamata?
«Si stanno studiando parecchie soluzioni. Com’è quella cosa dei problemi che però sono anche opportunità?».
Magari saltiamo questa parte, ma in teoria si era capito che già da prima il futuro di “X Factor” la coinvolgesse fino a un certo punto…
«E invece… Mai detto che non l’avrei più fatto. Ora dico che lo farò ancora. E il motivo è semplice: appunto, come abbiamo detto, bisognerà cambiare molte cose.
Questo ci permetterà di uscire da quella che poteva essere ripetitività, bisognerà inventarsi cose nuove e questo mi stimola».