Gazzetta dello Sport, 7 aprile 2020
Tutte le provvidenze

Martedì 7 aprile
Arriva dopo un consiglio dei ministri che tra sospensioni e riprese è durato l’intera giornata il via libera al nuovo omnibus anticrisi che fa partire il meccanismo delle garanzie per la liquidità delle imprese. A complicare anche l’ultimo giorno di gestazione sono state le discussioni nella maggioranza sul livello delle coperture statali ai prestiti e sulla collocazione tra Mef e Cassa depositi di Sace, la società che dovrà gestire materialmente le garanzie. Alla fine, Sace resta in Cdp dove già si trova, ma con un ruolo di direzione e coordinamento affidato di fatto a Via XX Settembre su quello che con la crisi promette di rappresentare il principale strumento di politica economica dei prossimi mesi.Ma accanto a quello fra Pd e M5S sulla collocazione di Sace, con i primi a spingere per un trasloco al Mef e i secondi a opporsi, nel decreto arriva un secondo compromesso, sul piano pratico del livello di garanzie statali, fra le ambizioni dei partiti (soprattutto Italia Viva e M5S hanno premuto per allargare la copertura al 100%) e gli ostacoli posti da una finanza pubblica con la corda tirata. Un terzo compromesso arriva invece sulla destinazione delle coperture statali, con la decisione di liberare garanzie per 50 miliardi all’export con un’intesa fra il ministero dell’Economia a guida Pd e il ministero degli Esteri dell’ex capo politico dei Cinque Stelle Di Maio, che ottiene almeno un parziale coinvolgimento nel Comitato per il sostegno all’export che farà capo al Mef.Risultato: per le imprese medie e grandi il prestito assistito non potrà superare il valore più grande fra il 25% del fatturato e il 200% dei costi del personale e le garanzie, da rilasciare entro fine 2020 per una durata fino a 6 anni, non potranno riguardare imprese titolari di esposizioni deteriorate nei confronti della banca o in crisi secondo i parametri Ue (regolamento 651/2014). Il livello delle garanzie scenderà al crescere della dimensione d’impresa: 90% per le aziende con meno di 5mila dipendenti e 1,5 miliardi di fatturato, 80% con più di 5mila dipendenti e fatturato fino a 5 miliardi e 70% per le più grandi. Ma ci sono tre vincoli: niente dividendi, accordi con i sindacati su eventuali tagli occupazionali, finaziamenti solo per stabilimenti italiani. Sul versante delle realtà più piccole opererà invece il rafforzamento del Fondo di garanzia dello Sviluppo economico.Secondo i calcoli del governo questo impianto dovrebbe liberare fino a 400 miliardi di liquidità, che aggiunti ai 350 calcolati come effetto potenziale del decreto Marzo farebbero scalare all’Italia la classifica internazionale degli aiuti alle imprese. Ma per tradurre in pratica questo forte effetto leva, oltre all’avvio della macchina delle garanzie bisognerà completare il quadro dei finanziamenti di base. Ci dovrà pensare il decreto Aprile, ha chiarito ieri il ministro dell’Economia Gualtieri, che arriverà dopo il via libera parlamentare al nuovo deficit e inizierà a mettere 30 miliardi a copertura delle garanzie. Il decreto quindi, in termini di saldo netto da finanziare, è destinato a superare il tetto dei 50 miliardi. Per le garanzie targate Sace c’è per ora una dotazione iniziale da un miliardo, trovato nella contabilità speciale creata nel 2014 dal decreto 66 (quello sul bonus da 80 euro) per finanziare garanzie statali sulla cessione dei crediti vantati dai fornitori della Pa. Quel fondo non è stato movimentato, e torna utile oggi per le nuove garanzie. Il deficit aggiuntivo sarà indispensabile anche per completare come promesso il rafforzamento del Fondo di garanzia Pmi fino a 7 miliardi (dai 4 già a disposizione, residui e rientri inclusi).Come detto, per le imprese fino a 499 dipendenti e per i professionisti resta centrale proprio il ruolo del Fondo di garanzia. Ma i casi in cui si potrà coprire il 100% sono circoscritti. Si arriverà infatti alla garanzia diretta totale e gratuita solo in due casi: per finanziamenti fino a 25mila euro (sia Pmi sia persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni) senza valutazione del merito di credito da parte del Fondo e, oltre questa soglia, con una serie di tetti legati al fatturato delle Pmi.In tutte le altre situazioni, fino a un massimo garantibile di 5 milioni, la garanzia sarà concedibile solo entro il 90% (con valutazione generale per gli accantonamenti ma senza la valutazione sull’andamento economico).In particolare, per le sole Pmi, il 100% sarà possibile a copertura di nuovi finanziamenti concessi a chi ha ricavi fino a 3,2 milioni e fino al minor importo tra il 25% del fatturato e 800mila euro. Non serve l’istruttoria del Fondo sul merito di credito ma il 100% si ottiene solo in forma mista: 90% Stato e 10% Confidi privati.Garanzia totale anche per prestiti concessi a Pmi con fatturato fino a 800mila euro e fino al 15% del fatturato, quindi per un massimo di 120mila euro) (in questo caso serve la valutazione del Fondo). I tassi di interesse dovrebbero collocarsi tra 0,2 e 0,5%. Il Fondo inoltre coprirà anche imprese con inadempienze probabili o con esposizioni “scadute o sconfinanti deteriorate”, purché la classificazione sia successiva al 31 gennaio 2020. Ok anche a imprese ammesse alla procedura del concordato con continuità aziendale dopo il 31 dicembre 2019.In pratica – riassumendo – i tempi più rapidi di procedura automatica si potranno avere fino a 25 mila euro, sia per Pmi sia per partite Iva, comunque non oltre il 25% del fatturato del beneficiario dell’ultimo bilancio (con restituzione fino a 6 anni e inizio del rimborso non prima di 18-24 mesi). Sul discorso dei tempi incideranno le risposte del comitato di gestione del Fondo, dove previste, ed il processo di notifica delle misure alla Commissione europea e il relativo iter di autorizzazione anche se i ministeri coinvolti confidano che la questione possa risolversi comunque in pochi giorni.
Carmine Fotina
Gianni Trovati
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Sulla scuola
I prestiti
L’Iva
La sospensione dei versamenti per i mesi di aprile e maggio sarà ancorata al volume di ricavi o compensi. Se non superano i 50 milioni di euro, il calo dei ricavi o compensi per accedere alla sospensione dei versamenti di Iva, ritenute, contributi e premi Inail deve essere del 33% rispetto a marzo e aprile 2019. Se superano i 50 milioni di euro, il calo invece deve essere del 50 per cento. I versamenti dovranno essere effettuati entro il 30 giugno in un’unica soluzione o in 5 rate sempre a partire da giugno. Viene prevista comunque una verifica incrociata con Inps, Inail ed altri enti previdenziali che comunicheranno all’agenzia delle Entrate chi si è avvalso della sospensione. Sarà quest’ultima poi a segnalare i riscontri sui requisiti di ricavi o compensi che davano diritto ad avvalersi della possibilità. Con il rischio di essere poi sanzionati per chi l’ha sfruttata senza averne le condizioni.
Prima casa
Effetto coronavirus anche sul periodo di computo per non perdere le agevolazioni prima casa. Dopo l’anticipazione contenuta nelle Faq del Mef, il Governo decide di congelare i termini per acquisire i requisiti che non fanno perdere il diritto all’imposta di registro scontato. La norma contenuta nel decreto liquidità consente, infatti, meno rigidità per non perdere il bonus prima casa da cui si decade se non si sposta la residenza entro 18 mesi o se non si riacquista entro un anno in caso di vendita prima dei 5 anni dal primo acquisto. Venendo incontro alle preoccupazioni di molti contribuenti (segnalate anche attraverso mail e quesiti nei forum organizzati dal Sole 24 Ore), il Governo ha deciso che i termini saranno congelati dal 23 febbraio 2020 al 31 dicembre 2020 e torneranno a decorrere allo scadere del periodo di sospensione.
Ritenute d’acconto
Per gli autonomi con ricavi o compensi fino a 400mila euro nel periodo compreso tra il 17 marzo 2020 (data di entrata in vigore del Dl n. 18 “Cura Italia”) e il 31 maggio 2020 (in luogo del 31 marzo 2020) stop alle ritenute d’acconto operate dai sostituti d’imposta sui redditi di lavoro autonomo e quelle sulle provvigioni per rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione, di rappresentanza di commercio e di procacciamento d’affari. Questo a condizione che nel mese precedente non abbiano sostenuto spese per prestazioni di lavoro dipendente o assimilato. I contribuenti interessati torneranno a versare le ritenute d’acconto non operate dal sostituto in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2020 (in luogo del 31 maggio 2020) o rateizzando fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di luglio 2020 (in luogo di maggio 2020), senza applicazione di sanzioni e interessi.
Sostituto d’imposta
Il decreto liquidità proroga al prossimo 30 aprile il termine per i sostituti d’imposta per consegnare la certificazione unica dei redditi 2019 a lavoratori o pensionati interessati. Niente sanzioni, invece, per chi deve ancora trasmettere alle Entrate la certificazione unica se effettuerà l’invio sempre entro il 30 aprile. Inoltre viene dematerializzato il meccanismo delle deleghe alla consultazione della precompilata per evitare che i cittadini si debbano recare dai Caf o dai professionisti abilitati. Delega, che in assenza di stampanti o scanner, può anche non essere sottoscritta ma autorizzata ad esempio con un video o una e-mail accompagnato da una foto. Le stesse modalità saranno consentite per l’accesso a domande Inps. Resta fermo l’obbligo di regolarizzare deleghe e documentazione alla fine dell’emergenza.
Rinvio dei processi
Prorogata fino all’11 maggio la sospensione dei processi fissata dal Dl Cura Italia al 15 aprile. Il prolungamento del lockdown imposto dall’emergenza coronavirus fa slittare ulteriormente le udienze. Il nuovo rinvio previsto dal decreto legge liquidità riguarda tutti i procedimenti civili e penali pendenti presso tutti gli uffici giudiziari. Ma anche quelli davanti alle commissioni tributarie, alla Corte dei conti e alla magistratura militare. Con una eccezione nel processo penale: l’articolo stabilisce che la proroga non si applica ai procedimenti nei quali i termini massimi di custodia cautelare scadano nei sei mesi successivi all’11 maggio, a prescindere dalla richiesta dell’imputato. In modo da per consentire ai capi degli uffici giudiziari di adottare misure per la loro trattazione.
Marco Mobili Giovanni Parente
Il Fisco
L’emergenza Coronavirus sospende anche i pagamenti di cartelle e avvisi. Lo comunica, con una nota, l’Agenzia delle entrate-Riscossione: «il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri nella giornata di ieri, 16 marzo 2020, ha disposto la sospensione dei termini di versamento di tutte le entrate tributarie e non tributarie derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di accertamento e di addebito, in scadenza nel periodo compreso tra l’8 marzo e il 31 maggio 2020. I pagamenti sospesi dovranno essere effettuati entro il mese successivo il periodo di sospensione ovvero il 30 giugno 2020. Fino al 31 maggio 2020 sono sospese le attività di notifica di nuove cartelle e degli altri atti di riscossione, sospensione già in atto da alcuni giorni per disposizione del Presidente Ernesto Maria Ruffini. Il decreto dispone anche il differimento al 31 maggio 2020 della rata del 28 febbraio relativa alla cosiddetta rottamazione-ter e della rata in scadenza il 31 marzo del cosiddetto saldo e stralcio». «In considerazione delle misure contenute nel decreto legge e al fine di tutelare al meglio la salute dei cittadini e del personale addetto, Il Presidente ha dato disposizione per la chiusura dal 18 al 25 marzo degli sportelli di Agenzia delle entrate-Riscossione, presenti su tutto il territorio nazionale, che erogano servizi al pubblico. Il personale dell’Ente, attraverso attività di back office, garantirà l’operatività e la fruibilità dei servizi online, disponibili h24 sul portale www.agenziaentrateriscossione.gov.it e sull’App Equiclick, fornendo assistenza con i consueti canali di ascolto che, per l’occasione, sono stati potenziati con nuovi indirizzi mail per eventuali richieste di assistenza, urgenti e indifferibili, riferite, ad esempio, a procedure attivate prima del periodo sospensivo. Per informazioni e assistenza è disponibile anche il contact center di Agenzia delle entrate-Riscossione, attivo tutti i giorni, 24 ore su 24 e, con operatore, dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 18, al numero unico 06 01 01, sia da telefono fisso che da cellulare, secondo il proprio piano tariffario.
(https://www.italiaoggi.it/news/fisco-l-emergenza-coronavirus-sospende-anche-i-pagamenti-di-cartelle-e-avvisi-202003171611437673)