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 2020  aprile 06 Lunedì calendario

Come funziona una catena di montaggio d’auto

L’immagine è quella di una linea di produzione immobile e deserta, poca luce e computer spenti, file di auto incomplete che sembrano diroccate. Eppure, nell’anima di un impianto fermo c’è una vita latente, pronta a riprendere a pieno regime; perché lo stop “organizzato” non corrisponde a un drammatico “abbandonate la nave”, ma è un processo scrupolosamente gestito. Un sistema di produzione moderno è una macchina straordinariamente complessa, con freni poco potenti e l’inerzia di una corazzata lanciata a tutta velocità; in questo caso senza nemmeno la possibilità di fare “macchine indietro tutta”, perché il rallentamento deve essere dolce e progressivo. La fermata totale di uno stabilimento per cause impreviste è una cosa che il sistema automobilistico non è abituato a prendere in considerazione, è diversa dalle strategie di adattamento dei ritmi produttivi; si è pronti a rallentare e ad accelerare, a fare brevi soste, ma spegnere la macchina e scendere è un’altra cosa.
Una catena di montaggio è un processo organizzato come una macchina perfetta con i tempi giusti per l’esecuzione di ogni operazione e l’arrivo sul posto di tutti i particolari necessari; se si “congela” la catena bisogna allo stesso tempo bloccare tutto il sistema che sta dietro risalendo scrupolosamente ogni singolo processo, altrimenti si rischia l’intasamento se non un clamoroso “tamponamento a catena” nella logistica.
Le attuali procedure “just in time” hanno eliminato i grandi magazzini e le scorte per quasi tutti i componenti da assemblare e questo comporta una rigorosa catena delle forniture che deve essere coordinata con i ritmi delle catene di montaggio. Se la produzione cessa si deve fermare anche la produzione e il trasporto dei componenti (dai pannelli della carrozzeria ai motori, dai sedili alle ruote) dedicati a quella linea. Proprio questa complessità e la necessità di una gestione perfetta e coordinata, sono le cose che, all’inverso, assicurano la possibilità di ripartire, sapendo esattamente cosa e quando si deve fare.
Il problema non sono le auto rimaste ferme senza parafanghi o con solo parte della meccanica montata, vale solo l’ovvia precauzione di completare tutti quei lavori di montaggio che non possono essere lasciati a metà prima dello stop. Poi, se tutto funziona come si deve, i processi alla ripartenza rimangono sostanzialmente analoghi a quelli di un avvicendamento fra turni produttivi.
Detto della singola linea di produzione, qualche problema può nascere a monte, per esempio per un grande fornitore di componenti (cambi, freni, elettronica) che magari ha continuato a lavorare e ad alimentare gli impianti dei clienti in attività e sospeso gli ordini per quelli fermi; in questo caso si tratta di fare esercizio di flessibilità.
Ecco perché, con i tempi necessari, la ripartenza, se non è proprio un “tutti ai propri posti, via!”, ripropone all’inverso le stesse procedure per ripristinare la catena e i tempi delle forniture senza drammi e senza troppe conseguenze. Interrompere la produzione significa anche far mancare un certo numero di automobili finite da distribuire al mercato, un altro problema che però ha conseguenze diverse a seconda delle circostanze. Se anche la rete di distribuzione è chiusa non succede praticamente nulla e alla ripartenza dell’attività la situazione commerciale resta la medesima, se invece le vendite procedono regolarmente si possono verificare situazioni del tutto differenti che possono di fatto migliorare o peggiorare la situazione. Se per esempio si parla di un modello non molto richiesto il fermo della produzione diventa l’opportunità di “alleggerire il magazzino”. All’opposto se si tratta di un’auto molto richiesta lo stop comporterà un pericoloso allungamento delle liste di attesa.
Il problema dell’arresto imprevisto di un impianto è sempre un incubo per qualsiasi costruttore e non solo dal punto di vista industriale. Le conseguenze più drammatiche sono quelle sociali ed economiche che coinvolgono gli operatori per i quali le macchine ferme sono un danno irrecuperabile.