Corriere della Sera, 4 aprile 2020
Vodka, pane e virus
Izrail Metter, il grande scrittore russo di origine ebraica, mi raccontò una volta che al tempo dell’assedio di Leningrado, da lui vissuto personalmente, per la prima volta nella storia russa la quantità «100 grammi» smise di indicare la vodka e indicò il pane, bene ormai introvabile e prezioso. Ecco, al tempo del coronavirus, «come stai?» ha smesso di essere un semplice convenevole ed è diventata una vera domanda. Quando la facciamo, non più distrattamente, attendiamo con trepidazione una risposta. Che ci rallegra o ci preoccupa. In guerra e pace, sono i terremoti linguistici delle emergenze.