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 2020  aprile 04 Sabato calendario

In Alaska un paese blindato sotto lo stesso tetto

Un paese in quarantena sotto lo stesso tetto: vissuta così la minaccia del coronavirus assume contorni differenti. Fino a quando non ci sono casi di contagi ci si sente più sicuri, ma se arriva l’epidemia potrebbe scoppiare il panico. Perché a Whittier, un paesino dell’Alaska affacciato sullo Stretto di Prince William, a circa 120 km a sud-est di Anchorage, l’80% dei 280 residenti vive in un unico grande edificio, le Begich Towers, un grattacielo di 14 piani ex caserma militare costruita ai tempi della Guerra Fredda. Lo stato di isolamento di questo piccolo centro abitato, raggiungibile via mare oppure attraverso l’Anton Anderson Memorial Tunnel, una galleria a senso unico di circa 4 chilometri, lo rende un modello interessante da studiare per come tenere lontano Covid-19.

La densità della popolazione è simile a quella di Manhattan, ma rispetto alla metropoli fuori dal grattacielo c’è il deserto, un freddo deserto. Nelle scorse settimane gli esperti del Washington Post avevano calibrato un modello proprio su Whittier per dimostrare come i focolai di coronavirus si diffondono in una comunità.

«Ci troviamo alla fine di un tunnel, affacciati sull’acqua del mare», ha spiegato Jim Hunt, city manager di Whittier, «C’è un vero senso di vulnerabilità tra le persone». Nelle ultime settimane la cittadina si è blindata: solo i residenti, i lavoratori e le figure sanitarie possono attraversare il tunnel, ma nello scorso fine settimana circa 300 persone hanno messo piede nel paesino, come ha riferito alla stampa locale il sindaco Dave Dickason. Ai residenti di Whittier piace l’isolamento e c’è chi vorrebbe bloccare il passaggio nel tunnel in maniera definitiva. Ma questo è uno snodo logistico strategico: circa il 30% delle merci che entrano in Alaska passano da qui. «Le conseguenze economiche di una chiusura della galleria», ha sottolineato Dickason, «sarebbero devastanti».

Le Begich Towers, dove vive anche il primo cittadino, sono chiuse ai visitatori e al loro interno sono scattate nuove regole di convivenza: solo una famiglia alla volta può muoversi in ascensore o scendere nei locali adibiti a lavanderia. Precauzioni per continuare a vivere insieme nel grande edificio, usufruire dei servizi (all’interno c’è anche un supermercato), ma limitare i contatti. Per ora non si registrano casi di Covid-19, ma la domanda più gettonata è: come si fa a tenere lontano il virus quando praticamente l’intero paese vive in un unico edificio? Che succederà se la pandemia si farà largo anche in questa remota landa dell’Alaska?

La popolazione sta rispettando le nuove regole introdotte dal municipio, ma è preoccupata per chi viene da fuori, visitatori attirati dalla soleggiata primavera che possono provare ad aggirare il blocco. E anche l’annuncio di lavoro dell’azienda ittica locale, che cerca personale per la prossima campagna di trasformazione del pesce, solleva dubbi tra i residenti: visto che gli operatori verranno da fuori, come saranno controllati?

C’è poi una discussione aperta su dove mettere in quarantena le persone per lasciarle fuori dalle Begich Towers: tra le ipotesi al vaglio il terminal delle navi da crociera, al porto, oppure l’Hotel Whittier.

Ma tornando agli aspetti economici, il più grande interrogativo è rivolto all’estate, la stagione in cui i turisti affollano la piccola località, anche se il porto è prettamente di scalo. Ma in questo angolo di Alaska si concentrano anche diverse attività che propongono escursioni in kayak e le aziende segnalano già una valanga di disdette.