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 2020  aprile 03 Venerdì calendario

Larissa Iapichino si racconta

Dal mondo a portata di salto al cortile di casa. Larissa Iapichino, promessa dell’atletica, figlia di Fiona May, due argenti olimpici nel lungo, e Gianni Iapichino, ex astista, deve ridurre il raggio di azione. Però può ampliare l’orizzonte. Per lei, che ha 17 anni e si migliora a ogni uscita, i Giochi nel 2021 sono un’occasione. 
Con le nuove norme riesce ancora ad allenarsi? 
«Mi arrangio corro, faccio potenziamento, ma i lavori tecnici sono impossibili ora che è proibito andare al campo... Niente più salti in lungo». 
Incide sul morale? 
«Non è piacevole, però questi sono gli ordini e li seguo». 
Hanno spostato le Olimpiadi al 2021, per lei ora sono più raggiungibili. 
«Prima i Giochi erano un sogno, ora andarci potrebbe diventare un obiettivo. Sono favorita da questo cambio di data, ho più tempo per qualificarmi, però ho davanti settimane senza gare, non so quando si ricomincerà davvero e non riesco nemmeno a pensare a un evento gigante come i Giochi. Stiamo in un limbo, le Olimpiadi sono lontane». 
I suoi primi Giochi, in tv? 
«Pechino 2008 e Usain Bolt, uno spettacolo e uno dei miei miti atletici. L’altra è Shaunae Miller-Uibo, la quattrocentista, oro a Rio 2016. Che stile». 
Per i capelli o per la corsa? 
«Per entrambi. Mi piace il fatto che cambi acconciatura a ogni gara, interpreta lo spirito che voglio avere. Lo sport è divertimento, vivacità e dovrebbe restare così anche ai massimi livelli. Comunque lei ha un’eleganza innata». 
Si diverte nonostante l’aspettativa che ormai ha addosso? 
«C’è stato un attimo in cui ho avuto quasi paura. Nel 2018, dopo il primo record italiano junior ho realizzato il livello di attenzione che c’è su di me, centinaia di commenti profetizzavano il mio futuro. Mi sono spaventata, poi ho imparato a gestire». 
Ci riesce? 
«La prendo serenamente, ascolto le persone di cui mi fido, ho i miei riferimenti e minimizzo l’eco»
In questi giorni tv e web ripropongono molto sport vintage, è inciampata in filmati che non aveva mai visto? 
«No, ma mi è capitato di rivedere pezzi della finale del lungo di Sydney 2000». 
L’argento di sua madre. 
«Sì, solo che non è lei: è Fiona May e per me mamma e l’atleta che prende le medaglie non sono ancora la stessa persona, non riesco ad associarle». 
Però ha seguito le sue orme. 
«Ecco, io non volevo imitare i genitori, anzi pensavo di prendere altre direzioni. Invece, come dice mamma, "purtroppo vai piuttosto bene proprio nel salto in lungo"». 
Come è la vita di un’adolescente reclusa? 
«Abbastanza difficile, non vedo le mie amiche da non so quanto. Ci siamo sempre videochiamate, ma adesso che non posso frequentarle non è la stessa cosa. Mi manca pure andare a scuola e la quotidianità che davo per scontata». 
Sta sui social più di prima? 
«Quanto prima, soprattutto su Instagram, scarico più musica magari e ci sono le chat con i parenti. Ho dovuto spiegare alla mamma come collegarsi con nonni e zii a Londra. Sta diventando social, forse troppo. Devo un po’ tenerla d’occhio». 
Ha spiegato a suo padre come fare il teleaperitivo? 
«Lui non è social per niente». 
I parenti a Londra prendono la reazione italiana al virus come esempio? 
«Eravamo molto preoccupati quando lì sembravano non voler considerare l’isolamento. Ora siamo più tranquilli». 
Quale è la prima cosa che farà a epidemia superata? 
«Starò con gli amici. Voglio vivere una settimana con loro, nello stesso posto. Meritiamo una mega festa». 
Ha scoperto qualche hobby casalingo? Cucina? 
«Non proprio, questo weekend affronto il primo dolce. Leggo, vedo serie tv, ho attaccato "Peaky Blinders" ». 
Segue gli aggiornamenti della protezione civile alle sei di sera? 
«No, lascio che lo facciano i miei, poi mi dicono». 
Si è mai preoccupata? 
«Ho cercato di mantenere la tranquillità, non sono una che si fa prendere dal panico e poi siamo stati attenti a tutto e chiusi in casa». 
Senza poter uscire segue sempre la moda? 
«Sto in tuta, il che per me è strano, ma prepararsi per non andare da nessuna parte è inutile. Non so più nemmeno dove sia la borsa del trucco che di solito ho sempre a portata. La ritroverò prima del raduno con gli amici, lì servirà il make up». 
Le manca l’atletica? 
«Da matti, ma questo non sarebbe stato un periodo di gare quindi ancora non mi agito». 
Sa che lo sport potrebbe tornare a porte chiuse? 
«Sarebbe lunare, un po’ come vivere un allenamento. L’atletica in Italia è meno seguita di quanto dovrebbe essere, ma non mi immagino di avere davanti il vuoto».