Avvenire, 2 aprile 2020
Sull’ultimo libro di Fredrik Sjöberg
Lo devo confessare: Fredrik Sjöberg, tra tutti gli scrittori in attività della mia generazione (è nato in Svezia nel 1958) è uno di quelli che mi dà più godimento. Non foss’altro – ma i motivi sarebbero tanti – per questa sua vocazione al ritratto, spesso esercitata nei confronti di personaggi eccentrici con interessi singolari come i suoi (studia sirfidi, famiglia di insetti dell’ordine dei Ditteri, in un’isola quasi disabitata davanti Stoccolma). In L’arte di collezionare mosche (2015), per dire, c’è René Malaise, scienziato e esploratore, che coltiva la storia dell’arte con originale metodo di entomologo. Gustaf Eisen, darwiniano che insegnò a dipingere a Strindberg, esperto di lombrichi in Svezia e pioneristico promotore della coltivazione dell’uva in California, è il protagonista di un libro come Il re dell’uvetta (2016). In L’arte della fuga (2017), invece, è sulle tracce di Gunnar Widforss autore di acquerelli che, perlopiù, ci restituiscono pini, completamente obliato in Svezia, ma amatissimo negli Stati Uniti: e non dico dei tanti personaggi che affollano i racconti di Perché ci ostiniamo (2018). Arriva ora, del tutto in continuità con quanto scritto da Sjöberg finora, il notevole Mamma è matta, papà è ubriaco (Iperborea, pagine 212, euro 16,50), dedicato alla figura di un altro pittore, di talento ma dimenticato, Anton Dich, nato a Copenaghen nel 1889, ma che visse tra Svezia, Parigi e Costa Azzurra, per morire poi di polmonite, l’8 febbraio 1935, in Italia, a Bordighera. Nonostante abbia risciacquato i panni nella Senna con amici importanti – tra gli altri Modigliani –, e avesse sposato Eva Adler, la vedova d’un noto pittore svedese, Ivar Arosenius (il quale, pure, ha una parte molto importante nel libro), di lui avremmo continuato a non sapere nulla, se Sjöberg non avesse acquistato un suo conturbante quadro del 1921 ambientato in Costa Azzurra, Hanna e Lillan, due ricche cugine adolescenti, figlie di due sorelle. Lillan – per la cronaca– è figlia di Ivar e Eva.
L’incipit del libro, in effetti, ha già l’inconfondibile marchio di Sjöberg: «Nella mia infanzia c’era un uomo che si chiamava Adolf. È l’unico Adolf che abbia mai conosciuto, o anche solo visto». Adolf: un abusivo fiocinatore di anguille, che lo scrittore giovanissimo passò tante volte a spiare. E un nome singolare, che gli fa ricordare la passione per «un librino tanto esile quanto raro, scritto dal pittore e poeta Torsten Wasastjerna e stampato a Helsinki nel 1899», dedicato all’«effetto del nome sulla personalità». Che dire, poi, di quell’altro esile libretto intitolato Anguille e turbine, «pubblicato nel triste anno 1941 dall’Associazione svedese per l’energia idrica»? E della pittura paesaggistica romantica dell’Ottocento? Che, però, quanto a «pesca notturna e lampara», non potrà mai gareggiare col ricordo di quelle notti tiepide d’agosto in cui regnava il vecchio Adolf.
Tutto questo mentre si ripercorre il ramo genealogico della famiglia Adler, a partire dalla nonna di Hanna e Lillan, la magnate del latte Johanna Bondesdotter. Si tratta solo delle primissime pagine di Mamma è matta, papà è ubriaco: ma per dire che il presupposto autobiografico resta sempre uno dei principali motori delle sue pagine, le quali funzionano al meglio sul sincronismo di divagazione e autocoscienza, che poi sono le due diverse declinazioni della verità.
Parlare di sé, dunque, ma per parlare di tutto: per tornare poi a parlare di sé. Sicché, quando si arriva al capitolo “Legno di deriva”, là dove si legge che «Eva è la chiave» (perché sia «Ivar che Anton sembrano essere spacciati senza di lei»), siamo convinti di imbatterci nel passo in cui divagazione e autobiografia si saldano, diventando come i due volti della stessa medaglia. Sjöberg sta parlando degli “eccentrici”, e dunque di sé e di tutti i suoi personaggi più importanti: «L’eccentrico è un tronco in mare che per anni viene trascinato dalle correnti per poi incagliarsi e finire arenato su una spiaggia». Ritratto e autoritratto sono ormai la stessa cosa.