Il Messaggero, 2 aprile 2020
As Roma, conti in rosso e incertezza
La pericolosa quarantena nella quale è piombata la trattativa tra Pallotta e Friedkin ha come comune denominatore il Covid-19. L’«equo valore» stabilito a dicembre di 704 milioni è drasticamente venuto meno. Il costo della galassia Roma (12 società) è sceso rapidamente tanto da mettere in forte dubbio la plusvalenza di circa 90 milioni che Pallotta aveva in mente di ricavare dalla cessione. La parola d’ordine che vige al momento è incertezza. E il rinvio al 30 aprile degli aggiornamenti del primo trimestre 2020 (visto che «le previsioni potrebbero non riflettere le reali prospettive d’evoluzione»), è l’ennesima conferma.
CONTI IN SALITAAl netto della recessione economica mondiale, della svalutazione del parco calciatori che il Cies quantifica in media del 28%, dei dubbi sulla ripartenza dei tornei, la Roma già partiva con l’handicap: -87 milioni nell’ultima semestrale. Un passivo su cui pesano i cali dei ricavi complessivi (-40,173 rispetto alla scorsa stagione) a cui non ha fatto fronte una stessa riduzione dei costi (da 136,074 a 123,907). Due le motivazioni: i ricavi dell’Europa League nettamente inferiori a quelli della Champions (15,4 contro 53,3) e il calo delle plusvalenze (19 contro i 76 del 2018-19). Numeri che, complice lo tsunami del Corona virus, peggioreranno ulteriormente la prima previsione effettuata a fine anno che stimava (ufficiosamente) il rosso al 30 di giugno intorno ai 110 milioni. Andranno infatti aggiunte le perdite del botteghino, visto che se ripartirà, la serie A lo farà a porte chiuse. La Roma giocherà 6 gare (Sampdoria, Udinese, Parma, Verona, Inter e Fiorentina) all’Olimpico, con soltanto un match (Inter) che avrebbe potuto richiamare oltre 50mila spettatori. Considerando gli incassi della prima parte della stagione per partite analoghe, la stima delle entrate (non considerando gli abbonati, già percepite) è intorno ai 4/4,5 milioni ai quali va aggiunto (almeno) l’incasso di Roma-Siviglia (2). A queste perdite vanno sommate quelle legate agli introiti del match-day, degli sponsor e delle percentuali d’incasso sulle restanti gare in trasferta (10%). Bisogna poi aggiungere l’assenza di plusvalenze effettuate nella sessione di gennaio, senza voler pensare al grande punto interrogativo rappresentato dall’ultima tranche dei pagamenti delle Pay-tv. Segni meno che si aggiungono a quelli messi in preventivo: la stima delle mancate entrate-Champions nella seconda parte di stagione (20) e l’aumento degli ammortamenti dovuti ai nuovi acquisti (altri 6 milioni).
OSSIGENO
È chiaro che la decisione della Uefa di allentare la morsa del Fair play finanziario, fa tirare nell’immediato una boccata d’ossigeno. Ma nel medio-lungo termine i problemi rimangono. Sia perché il bilancio che chiuderà il 30 di giugno verrà comunque calcolato per il break-even del triennio. E se alla nuova stima (-140), la Roma sommasse la mancata qualificazione alla Champions, Friedkin si allontanerebbe ulteriormente.