ItaliaOggi, 1 aprile 2020
Adidas non paga subito l’affitto
«Wir sehen uns wieder», torneremo a vederci, appare sulla facciata del Kino Paris, sulla Kurfürstendamm, il lungo viale in quella che era Berlino Ovest al tempo del Muro. Non è il titolo di un film, ovviamente. Il cinema, nel palazzo che ospita il centro culturale francese, aggiunge: «Bleibt gesund», cercate di rimanere in salute, traduco lo spirito dell’augurio e non alla lettera. Ma quando tutto sarà finito, quanti cinema e teatri potranno sopravvivere alla crisi, nonostante gli aiuti promessi e mantenuti dal governo? I gestori di molte Kneipe, osterie, ristoranti e caffè vendono buoni per una birra o una cena, un modo per i clienti di aiutare i loro locali preferiti.
Alcuni politici italiani hanno comprato un’intera pagina della Frankfurter Allgemeine Zeitung per invitare la Merkel e il suo governo a essere meno egoisti e approvare il coronabonds per aiutare l’Italia. Ma questo, significherebbe condividere i debiti. Berlino è disposta ad aiutarci, non a firmare una cambiale in bianco. Non so quanto sia costata l’inserzione sulla Faz, 227 mila copie, un milione e 120 mila lettori, non sono riuscito a avere un’informazione, il prezzo cambia secondo i giorni, e qui non si viola la privacy. La Faz potrebbe aver fatto uno sconto, o regalato la pagina. Avrei potuto chiedere aiuto a un amico e collega del quotidiano di Francoforte per ottenere la notizia, ma non ho voluto disturbarlo mentre è chiuso in casa. L’appello, comunque, rimane un bel gesto all’italiana. Anche se non serve a nulla.
I berlinesi sono tra i meno ligi a rispettare le regole, ma si tratta di pochi irriducibili ribelli incoscienti. Chi si fa sorprendere senza un motivo per strada nella capitale rischia una multa di 500 euro. In Baviera sono ancora più severi: un profugo siriano di 27 anni sorpreso a fumare per strada a Landshut, non ha obbedito agli ordini della polizia, e non era la prima volta. È finito in galera, e ci resterà fino a quando non sarà emanato il cessato pericolo. Secondo le previsioni fino al 3 maggio.
I contagiati sono 68 mila, 650 morti mentre scriviamo, il numero delle vittime sale di due all’ora, una cinquantina al giorno. La chiusura nazionale finirà quando i nuovi casi raddoppieranno ogni dieci giorni, avverte Frau Merkel. in Germania il ritmo è sceso a 5,9 giorni. In Italia siamo a 11 giorni. Potremmo dunque abbassare la guardia? Le cifre e le statistiche, come si sa da sempre, ingannano. Il ritmo dipende dai controlli: in Germania si arriva a 500mila tamponi alla settimana.
La fermezza continua a pagare: la Cdu-Csu di Frau Merkel supera quota 35%, più 8,5 punti in tre settimane. I verdi perdono altri due punti e calano al 18%, rischiano di essere superati dall’Spd, i socialisti, anche se, al momento, i socialdemocratici sono fermi al 15%. I loro leaders non sono d accordo con l’Ausgangssperre, il divieto di uscire, perché viola la Costituzione e i diritti individuali. La maggioranza dei tedeschi invece preferisce pensare alla salute.
L’aeroporto di Tegel è in funzione. Una decisione definitiva è stata rinviata al primo maggio. Due proprietari su tre erano per la chiusura, continuare a tenere aperto lo scalo della capitale, con il traffico ridotto al 5%, costa sei milioni di euro al mese. Proprio una cifra insostenibile? Ha prevalso la responsabilità sociale contro i calcoli economici.
Alcuni principi per calcolare il profitto dovranno cambiare per sempre quando il coronavirus sarà sotto controllo. Il governo ha deciso che gli inquilini, e anche i negozianti, potranno rinviare il pagamento dell’affitto se si trovano in difficoltà. Ne ha approfittato subito l’Adidas per non pagare, anche se l’anno scorso ha superato i due miliardi di dollari di profitto. Proprio non poteva resistere qualche settimana? Alcuni politici vogliono denunciare la società. Lo sdegno dei tedeschi è giustificato, e loro hanno la memoria lunga. L’Adidas non ha calcolato quanto costerà la vendetta dei consumatori in rapporto agli affitti risparmiati in Germania?