FALSO. Le fake news più pericolose si confermano però i rimedi fai da te al coronavirus SARS Cov2. Su Whatsapp sta andando forte una bufala confezionata piuttosto bene, con tanto di slide e pseudoriferimenti scientifici, che mescolano cose vere e fasulle (ricetta classica) spacciando come rimedio al virus i fumenti con lo zenzero. Bastano, dice, 15 grammi di radice grattuggiata in due litri di acqua bollente, una coperta di lana sulla testa e il vaccino non ti serve più.
Pericolossimo. Diciamolo meglio: l’omeopatia non previene il contagio.
FALSO. Nella stessa categoria un’altra chat che inizia così: «La Johns Hopkins University ha inviato questo eccellente riassunto per evitare il contagio, condividilo perché è molto chiaro». Inizia bene insomma: promettendo di tradurre un prontuario di una delle massime istituzioni accademiche americane, in prima linea sul tema (è quella che ha costruito una delle prime mappe sulla diffusione del contagio). Il testo è piuttosto lungo e articolato (ci si sono messi di impegno), scritto con un linguaggio scientifico e che quindi può ingannare. Ma è totalmente inventato. Afferma che visto che il virus è ricoperto di un strato di grasso può essere aggredito dal calore, dall’alcol a 65 gradi e dalla candeggina; e tra i consigli pratici esclude la vodka (bassa gradazione) ma include un colluttorio molto in voga negli Stati Uniti.
Peccato non abbia incluso la spazzatura, perché almeno sapremmo cosa fare con messaggi simili.
APOCRIFO. Una delle fake news più stravaganti consiste nell’attribuire ad una star un testo di un autore poco noto per aumentarne le condivisioni. Nei giorni scorsi era capitato con un brano intitolato “il capitano e il mozzo“, di Alessandro Frezza, attribuito a Carl Jung, uno dei padri della psicanalisi. Il brano sembra scritto per i nostri giorni di quarantena, ha un passo epico, e nelle chat è decollato prima che Frezza si alzasse e dicesse: «Sono io l’autore». Lo stesso è accaduto con un bellissimo post di Facebook in cui al premier inglese Boris Johnson che aveva detto «abituatevi all’idea di perdere i vostri cari», si ricordava che noi siamo quelli di Enea che si prende in spalla il padre Anchise fuggendo da Troia: attribuito a Philippe Daverio, è invece dello sportivo Mauro Berruto. Adesso è toccato anche a Bill Gates: in rete gira un testo che ci invita a far tesoro di questi giorni e di questa esperienza, bla bla bla, firmato dall’ex numero uno di Microsoft che ovviamente non ne è l’autore.