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 2020  marzo 30 Lunedì calendario

Celebrare messa è come lavorare

Celebrare la messa equivale a “comprovate esigenze lavorative”. Venerdì 27 marzo – lo stesso giorno della preghiera solinga ed epocale di Francesco in piazza san Pietro – il ministero dell’Interno ha risposto ad alcuni quesiti posti all’autorità civile dalla Conferenza episcopale italiana. E lo ha fatto con una nota del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale.
La prima domanda cui risponde è quella sull’interpretazione dei decreti del premier che consentono l’apertura delle chiese. Si può uscire appositamente per andare a pregare? No, dice lo Stato ai vescovi italiani. “È necessario che l’accesso avvenga solo in occasioni di spostamenti determinati da ‘comprovate esigenze lavorative’, ovvero per ‘situazioni di necessità’ e che la chiesa sia situata lungo per il percorso”.
In ogni caso le messe si possono celebrare ma senza fedeli. E i “ministri celebranti” possono uscire indicando nell’autocertificazione la ragione liturgica. Come se andassero al lavoro. Spiega il Dipartimento del Viminale: “Sebbene il servizio liturgico non sia direttamente assimilabile a un rapporto di impiego, (…), ai fini delle causali da indicare nella autocertificazione esso è da ritenere ascrivibile a ‘comprovate esigenze lavorative’”.
Tra le funzioni non vietate, pochi lo sanno, ci sono i matrimoni. Ovviamente senza invitati. Solamente il celebrante, i nubendi e i testimoni. La nota del ministero dell’Interno ha sollevato molte polemiche nel network conservatore anti-bergogliano, dove peraltro pure la preghiera del papa è stata bersagliata da critiche e attacchi. Secondo la destra clericale, la Cei si è completamente sottomessa allo Stato, nonostante la libertà religiosa assicurata dalla Costituzione. Per gli oppositori del papa le messe dovrebbero tenersi con i fedeli dentro la chiesa e sono molte le testimonianze raccolte di vescovi e preti ribelli che contestano il divieto.
Su un punto però hanno ragione i clericali: la nota del Viminale dà disposizioni anche per i riti della Settimana Santa che si aprirà il 5 aprile con la domenica delle Palme. Tuttavia, al momento i decreti del premier indicano il divieto delle funzioni fino al 3 aprile.