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 2020  marzo 29 Domenica calendario

Nessuno vuole la villa di Al Capone

«Dov’ero? In vacanza nella mia villa in Florida». Alphonse Gabriel “Al” Capone, “Scarface” per amici e nemici, rispose proprio così al procuratore che l’interrogò all’indomani della strage di San Valentino, il massacro compiuto a Chicago dai suoi uomini il 14 febbraio del 1929 ai danni della banda del rivale “Bugs” Moran. Sì, all’epoca il gangster italoamericano usò come alibi proprio la magione in stile moresco al 93 di Palm Avenue, sull’isolotto artificiale di Biscayne Bay, Miami Beach, da decenni paradiso dei vip americani e non solo.
Da due anni quella villa dal passato infame, fra le più antiche e celebri di Miami e con le sue decorazioni Decò, anche una delle più fascinose, è sul mercato ma finora è rimasta invenduta. Altro che offerta impossibile da rifiutare, come dettano le tradizioni mafiose: nessuno se l’è sentita di sborsare i 15 milioni di dollari richiesti.
Tanto che tre giorni fa, il suo prezzo, già abbassato l’anno scorso a 13,5 milioni è ancora calato. Tornata sul mercato al prezzo scontato di 12,9 milioni.
E pensare che Scarface l’aveva acquistata tramite un intermediario nel 1928 per “appena” 40mila dollari in contanti – l’equivalente, oggi di circa un milione di dollari – per poi registrarla a nome della moglie Mae.
Era stata pagata con soldi sporchi, naturalmente: i proventi della vendita illegale di alcolici e gli speakeasy gestiti durante il Proibizionismo. Altri 200mila erano stati spesi per rendere quella villa con sette camere da letto, piscina, dependance per gli ospiti, molo e perfino una spiaggia privata con vista sullo skyline di Miami, una fortezza inespugnabile. Dotandola di porte di metallo, mura altissime e impenetrabili e perfino torri d’avvistamento per i guardiani intenti, insieme a una decina di rottweiler, a difendere il perimetro esterno della tenuta da 9mila metri quadri del boss.
Fu proprio in quel fortino sul mare che il gangster si ritirò dopo essere stato liberato da Alcatraz nel 1939, ormai malato di demenza. Ed è qui che morì nel 1947, la sua mente fredda e brillante ridotta, secondo quanto dichiararono all’epoca i medici. «a quella limitata di un dodicenne».
La moglie Mae Capone, a corto di denaro, se ne liberò quasi subito, già nel 1952, nonostante per tutta la famiglia fosse un luogo di ritrovo, come ancora oggi racconta Deidre Marie Capone, 72nne bisnipote del boss. E da allora è passata attraverso diverse mani. Nel 2016 si disse che stava per acquistarla Mino Raiola, il celebre agente dei calciatori star, per otto milioni di dollari. Ma l’informazione non è mai stata confermata ufficialmente e comunque si risolse quasi certamente con un nulla di fatto, visto che a metterla in vendita oggi è quella Coral Invest Usa, gestito dall’imprenditrice italiana Emanuela Verlicchi Marazzi, che l’acquistò per 7.9 milioni di dollari nel 2014, occupandosi pure di rinnovarla attraverso una importante ristrutturazione per proteggerla dagli uragani, molto comuni in quella zona della costa americana.
Oggi ancora nessun amatore sembra essere stato conquistato di recente dal fascino leggendario e sinistro della mega villa del re del crimine. E chissà se basterà l’ulteriore sconto per trasformarla in affare.