la Repubblica, 28 marzo 2020
L’operazione per isolare la regina Elisabetta
God Save the Queen. E se non basta la protezione dell’Altissimo, ci pensino gli uomini. Nome in codice: “Operazione salvare la regina”. Sottinteso: dal Covid-19. Con l’erede al trono, il primo ministro, il ministro della Sanità, il capo consigliere medico e probabilmente buona parte di Downing Street contagiati, più il Parlamento chiuso per precauzione fino a Pasqua, la priorità è assicurare che almeno non si ammali il capo di Stato: la sovrana, simbolo della resilienza britannica dall’alto dei suoi 93 anni (94 il mese prossimo) e sette decenni sul trono. L’età è un motivo d’allarme in più: il coronavirus colpisce soprattutto i molto anziani. È dunque scattato il piano per tenerla al sicuro.
Per prima cosa il trasferimento a Windsor, il castello alle porte della capitale, più piccolo di Buckingham Palace e con meno personale: la residenza in cui Elisabetta II trascorre il fine settimana e la sua preferita, un grande parco intorno e le scuderie dei suoi amati cavalli, che continua a montare regolarmente (al passo, ci mancherebbe al galoppo). La parte del maniero solitamente aperta alle visite del pubblico è chiusa, lo staff ridotto “all’osso”, rivela il Daily Mail, mandando a casa un centinaio di addetti.
Soltanto sei servitori hanno il permesso di avere contatti con lei: Paul Whybrew detto Tall Paul, Paul l’alto, 192 centimetri per l’esattezza, titolo ufficiale Page of the Backstairs, paggio delle scale di sotto, 61 anni, valletto preferito della regina (era al suo fianco nello spot con James Bond per le Olimpiadi), nel 1982 fu lui a liberarla dall’intruso che riuscì a entrarle in camera da letto a palazzo reale e a passarci mezz’ora prima che il folle gesto venisse scoperto (non è chiaro se Paul gli saltò addosso o lo fece allontanare offrendogli un whisky); Angela Kelly, consigliere personale di Elisabetta, figlia di un manovale di Liverpool, soprannominata Ak47 (come il fucile Kalashnikov) per la fedeltà alla monarca, che la considera una di famiglia, «siamo come sorelle»; Dave Berwick, valletto del principe Filippo, che si alterna tra i due (ma il 98enne Filippo sta in un’ala separata del castello); e poi una cameriera, una domestica e un cuoco.
Per tutta la durata dell’autoisolamento reso necessario dal virus, nessun altro potrà vedere la regina. Nemmeno il figlio minore Edoardo, con la moglie e i figli, che abitano in un’altra magione nel territorio di Windsor. Non certo Carlo, contagiato e isolato nella sua residenza in Scozia. Neanche William, Kate e bambini, chiusi nel loro cottage del Norfolk. A meno di cambiamenti, ciascuno passerà la Pasqua per conto proprio: troppo grande il rischio che qualche membro della famiglia reale o dello staff possa infettare la sovrana. «Dio salvi la regina», come recita l’inno nazionale, quest’anno non è un modo di dire: a incarnare il potere, ormai, è rimasta solo lei.