il Fatto Quotidiano, 28 marzo 2020
La quarantena di Pino Strabioli
Dopo i saluti di rito (brevi), Pino Strabioli (subito) specifica la sua condizione: “Sono confuso”.
Non è il solo.
Lo so. Lo vedo. Lo sento in giro: è tutto stravolto.
Fa le pulizie?
Abbastanza (cambia tono, un po’ sorride) Mica tanto.
Quindi?
Ho un amico che è più bravo di me; io mi dedico alla spesa, almeno esco da casa.
Fondamentale.
Per fortuna il week end ho la trasmissione su Radio 2, ossigeno, e ci vado a piedi. (resta in silenzio).
Che succede?
In realtà è ossigeno sul momento, ma quando rientro in casa la domenica, e dopo aver finito, mi assale la depressione.
Legge?
Molto; consiglio il libro di Marco Risi, Forte respiro rapido. Bellissimo; poi Angelo Longoni; (cambia discorso) lo sa che oggi (ieri) è la Giornata mondiale del teatro?
E…
È la prima volta dal 1962 che non viene celebrata.
Film?
Quasi nulla, resto sui libri e la musica.
Allora musica…
Mina soprattutto e, siccome mi sto deprimendo, anche De Gregori, Tenco e Pino Daniele.
Attività fisica?
Ma che siete matti? Al massimo scendo qualche volta con il cane.
Scoperte?
Mi sono arreso alla tecnologia, e allora ho capito Skype e Instagram.
È già qualcosa…
Ah, ho pure cucinato la pasta con le zucchine e il filetto di merluzzo. (silenzio) Va bene, non è un granché, ma è qualcosa!