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 2020  marzo 27 Venerdì calendario

In Gran Bretagna boom delle vendite di libri

Una buona notizia al tempo del virus arriva una volta tanto dalla già perfida Albione, di nuovo non proprio in cima alle classifiche di gradimento dopo aver inanellato prima l’elezione di Boris Johnson, poi la Brexit e a ruota la più clamorosa (nonché potenzialmente omicida) sottovalutazione della pandemia in corso, salvo ricredersi a fronte della dura realtà: in Inghilterra, in seguito alla proclamazione dello stato di emergenza e alla chiusura dei negozi – che qui in Italia chiamiamo "lockdown" – le vendite dei tascabili di narrativa nei supermercati sono salite del 35% nel giro di una settimana. Lo riporta il Guardian, notando come in base ai dati resi pubblici dalla catena Waterstone, che dopo aver abbassato le saracinesche delle sue eleganti librerie ha addirittura visto un incremento degli acquisti on-line nell’ordine del 400%, i lettori inglesi mostrino in questi giorni una spiccata propensione a chiudersi in casa in compagnia di classici come Il grande Gatsby di Fitzgerald, Guerra e Pace di Tolstoj, Alla ricerca del tempo perduto di Proust o Cent’anni di solitudine di Garcia Marquez, oltre a riscoprire romanzi distopici come 1984 di Orwell o Il mondo nuovo di Huxley, ma anche opere più recenti e di sicuro impegnative, vedi Infinite Jest di Wallace o Il racconto dell’ancella della Atwood. E poi ancora tra i più venduti ecco La campana di vetro di Sylvia Plath, Il cardellino di Donna Tartt, Amatissima di Toni Morrison.
Libri di indubbia qualità, dunque, mentre va notato come in parallelo si sia registrato un aumento del 212% delle vendite di testi di "home learning" e del 77% di volumi scolastici, con un incremento del 38% dei manuali di arti applicate. Dati che fanno impressione, specie alla luce di quelli diffusi di recente dal Giornale della Libreria ovvero dall’AIE, l’Associazione Italiana Editori, secondo cui nella settimana dal 24 febbraio al 1° marzo c’è stato in Italia un crollo delle vendite – nelle librerie di catena e indipendenti e on-line, inclusa Amazon – di poco inferiore al 25%, corrispondente a 4,2 milioni di euro e 259mila copie in meno rispetto alla stessa settimana del 2019.
E insomma: almeno per quanto riguarda i modi in cui riempire queste nostre lunghe giornate durante l’attuale inedito coprifuoco proclamato pur in assenza di una vera guerra guerreggiata per contrastare la diffusione del Covid-19, gli inglesi possono essere presi ad esempio. Quante volte noi italiani ci siamo detti che sì, leggeremmo anche di più, se solo il lavoro ci lasciasse il tempo di prendere un libro in mano? In quante occasioni ci siamo giustificati sostenendo che certi grandi romanzi, da I fratelli Karamazov di Dostoevskij a L’uomo senza qualità di Musil, si possono affrontare solo da ragazzi, complici i tre mesi delle vacanze estive? Ebbene, ora che (purtroppo per chi il lavoro corre il rischio di perderlo davvero) le scuse sono finite, sarebbe bello se almeno a propagarsi da Trieste in giù fosse un altro virus: quello della lettura.