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 2020  marzo 26 Giovedì calendario

Rimedi improbabili contro il virus

I numeri dell’epidemia sono spaventosi, ma le migliaia di vittime che si contano a livello globale non bastano ancora per convincere alcuni capi di Stato ad intervenire e mettere in atto misure stringenti per arginare la diffusione del Covid-19 nei loro Paesi.
Il presidente della Bielorussia, Alexandr Lukashenko, ha la sua personale «medicina» contro il coronavirus: ha detto che si può combattere con vodka, sauna e lavoro nei campi. Nonostante la vicina Russia di Vladimir Putin abbia avviato un piano per affrontare l’epidemia, a Minsk la vita continua normalmente.
Dalla prevenzione alcolica a quella magica. In Messico, invece, il presidente Andrés Manuel López Obrador punta tutto sugli amuleti. Immagini sacre e talismani proteggeranno lui e il suo popolo dal subdolo nemico che ha spinto alla quarantena prima la Cina, poi il Vecchio Continente e ha fatto cambiare idea sulla misure da prendere anche a Donald Trump.
Nei giorni scorsi in un incontro con la stampa è stato chiesto al presidente messicano come si stesse proteggendo dalla pandemia e López Obrador, davanti ai giornalisti sbigottiti, ha estratto dalla tasca l’immagine di Gesù e alcuni talismani: «Sono le mie guardie del corpo»,
ha detto il capo di Stato, 66 anni, lasciando i presenti senza parole. Sui social, Amlo, così come viene chiamato in patria, sta veicolando messaggi rassicuranti alla popolazione, invitandola ad uscire, ad andare al ristorante... giusto qualche precauzione sulle distanze di sicurezza. Una strategia comunicativa che secondo gli esperti ha una precisa motivazione in un Paese dove più dei tre quarti dei suoi 120 milioni di abitanti è cattolico, e dove questa religione si intreccia con varie correnti protestanti e molteplici culti di origine pre-ispaniche.
«Il ricorso alla religione nei discorsi del presidente serve a incitare gli strati popolari a identificarsi con lui», ha spiegato all’Agenzia France Presse, Bernardo Barranco, esperto di cattolicesimo contemporaneo all’Ecole des hautes études sociales di Parigi. D’altronde quando López Obrador è entrato in carica ha voluto celebrare la sua vittoria con una cerimonia sciamanica guidata dai discendenti delle popolazioni indigene. Diciamo così che nel suo mandato si è ritagliato un ruolo magico, aspetto insolito per un capo di Stato, e cerca sempre di farsi vedere a contatto con la popolazione. Anche nelle ultime settimane sui suoi canali trasmette video in cui incontra panettieri e benzinai, bambini e funzionari... Tutto sotto controllo, questo il messaggio presidenziale.
Secondo Barranco, però, il punto è un altro: visto che il governo messicano non riesce a prendere misure capaci di arginare il coronavirus, se non qualche raccomandazione di allontanamento sociale e la possibilità di congedo retribuito per chi deve accudire anziani e bambini, allora la strategia del presidente è di puntare tutto sulla comunicazione, su un messaggio indirizzato ai poveri: rifugiarsi nella fede per affrontare la crisi. E per il numero uno del Messico non c’è nulla di male nello stringersi in un abbraccio, anche in questo periodo, come ha ribadito più volte nelle ultime settimane.
Guardando l’afflusso alla basilica di Nostra Signora di Guadalupe, che sorge sul monte del Tepeyac a Città del Messico, i messicani stanno prendendo alla lettera il proprio presidente. Al santuario si recano tanti fedeli che, come ha documentato l’Afp, hanno principalmente una richiesta: la salute. L’episcopato messicano, preoccupato da assembramenti troppo numerosi, ha raccomandato ai vescovi di limitare le messe affollate e di incoraggiare la preghiera personale.
La stampa messicana ha riportato come nel Paese molte persone si stiano «proteggendo» con candele e preghiere: va infatti a ruba, soprattutto nello Stato della capitale, una speciale candela, dal costo di circa due euro, che contiene un gel antibatterico: va passata su tutto il corpo recitando una preghiera di guarigione... Perché mai cercare un vaccino.