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 2020  marzo 26 Giovedì calendario

Intervista a Edoardo Pesce

«Il mio film preferito di Sordi? È anche quello meno conosciuto: Il diavolo con il quale Sordi vinse il Golden Globe. È una storia di emancipazione, girato in Svezia e molto moderno. Partirono solo Sordi, il regista e il produttore. Gli attori erano tutti svedesi, cominciarono a girare sul treno che li portava su». Edoardo Pesce è l’Albertone nazionale nel film di Luca Manfredi andato in onda martedì sera su Rai 1, Permette? Alberto Sordi, che racconta un Sordi giovane e privato. Se Pesce punta su Il Diavolo, il regista Manfredi, da parte sua, consiglia di rivedere «il film di un regista che amo moltissimo, Ettore Scola, ambientato in Angola: Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?. È molto divertente, mio padre interpreta il cognato scomparso, che poi Sordi rintraccia in uno sperduto villaggio dell’Angola, nei panni dello stregone della tribù». 
Edoardo, oltre al «Diavolo» che cos’altro l’ha appassionata di Sordi? In fondo questi giorni di clausura forzata da coronavirus sono l’ideale per rivedere i capolavori del cinema. 
«Consiglio Detenuto in attesa di giudizio, di Nanni Loy, una delle sue rare interpretazioni drammatiche che gli fece vincere l’Orso d’Oro alla Berlinale».
E lei cosa preferisce, ruoli brillanti o drammatici? In fondo noi la conosciamo fino ad oggi per l’interpretazione da manuale del pugile criminale Giancarlo Ricci in «Dogman» di Matteo Garrone e per Giovanni Brusca nel «Cacciatore».
«La commedia mi piace moltissimo. Ho iniziato con piccoli musical comici».
Lei ha in uscita due film d’autore e a giugno ne dovrebbe girare un terzo. Tra questi «Gli indifferenti» di Leonardo Guerra Serragnoli con Valeria Bruni Tedeschi e Giovanna Mezzogiorno dove è Leo, e un musical ambientato negli anni Venti «The Land of Dreams».
«In questo momento della vita sono contento di aver acquisito quell’esperienza che mi dà la libertà di scegliere. Perciò cerco nuovi autori che hanno una visione diversa del cinema e che sanno rischiare. In ogni film cerco il modo di migliorarmi così che il set diventi una scuola. Mi piacciono i personaggi che richiedono sforzo, se ci sto scomodo è meglio e il film si fa laboratorio. Anche per questo Sordi è stato importante. Il primo protagonista assoluto della mia vita».
In che film si immagina comodo invece?
«Suono la chitarra e amo il blues, allora un chitarrista on the road, un bluesman de noantri».
Lei che fa in questi giorni, Pesce?
«Sto chiuso in casa come tutti. Ho la fortuna di abitare in un appartamento alto con un balcone. Prendo il sole, mi alleno tantissimo, leggo molto, suono la chitarra e sto con me. Mi piace stare in una bolla, da "pesce" quale sono». 
Pensa ai tanti progetti fermi?
«Certo, a dicembre dovrei fare uno spettacolo per la regia di Lorenzo Lavia a teatro e poi sto scrivendo uno spettacolo di teatro canzone anche divertente».
Pensiamo positivo: per allora saremo tornati alla normalità. Prima però potrebbe fare delle prove on line come tanti suoi colleghi.
«No, non mi piacciono le dirette Instagram per il teatro. Il teatro è a teatro e basta, live, io sono per la forma. Si sta insieme, con il pubblico in sala, altrimenti ci abituiamo a un mondo tutto surrogato».
Coronavirus permettendo, è felice?
«Abbastanza, e le crisi servono anche per smuovere. Sto con una ragazza da due anni e mezzo, non attrice, mai, e lavoro bene. E che me manca? Giusto il circo».