Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  marzo 25 Mercoledì calendario

Niue, l’isola con il cielo più stellato

Che cosa ci farebbe sognare più di tutto, in questi giorni in cui siamo costretti dal coronavirus a restare in casa? Su social e chat circolano sondaggi tra amici per individuare il primo posto in cui vorremmo andare, quando finirà la quarantena globale. Ebbene, una notiziola d’agenzia, travolta dalle notizie ben più gravi che ci invadono dalla mattina alla sera, offre un suggerimento da prendere in considerazione: Niue.
Ripetiamolo, a scanso di equivoci: Niue. Non miao o qualche altro verso uscito per sbaglio dalla tastiera del computer. Niue: stato insulare dell’Oceano Pacifico meridionale, situato 2.400 chilometri a nord-est della Nuova Zelanda, all’interno di un triangolo formato da Tonga, Samoa e le isole Cook, come recita la sua pagina su Wikipedia, che anche noi – ammettiamolo – siamo andati a consultare, una volta letta la notiziola di cui sopra, perché Niue finora non lo avevano sentito nominare in molti.
L’isola di Niue, ecco la notizia in questione, diffusa dalle guide Lonely Planet, ha ricevuto da poco l’accreditamento ufficiale dall’International Dark-Sky Association come “International Dark Sky Sanctuary” e “International Dark Sky Community”. In altre parole, è il primo Paese del pianeta ad essere classificato come “nazione dal cielo buio”. Così buio da permettere una visione chiara e incontaminata delle stelle. Poiché l’80% delle terre emerse del globo sono inquinate dalle luci artificiali (pensate al catino di luce di Los Angeles, vista dalle colline, per averne un’idea, oppure alle foto notturne dell’Europa prese dallo spazio, in cui il continente e in particolare l’Italia sembrano una ragnatela luminosa), i cieli oscuri sono molto rari. E i cieli oscuri sono necessari se uno vuole godere di uno spettacolo molto semplice ma straordinario: rimirare le stelle.
«Niue ha adottato delle importanti misure per ottenere questo status, tra cui la sostituzione dell’illuminazione stradale in tutta l’isola e il miglioramento dei punti luce privati nelle case», informa il comunicato di Lonely Planet. Del resto gli abitanti dell’isola – che non sono molti, 1.520, disseminati su una superfice di appena 260 chilometri quadrati, che le dà un altro record, quello di nazione indipendente più piccola del mondo (dal 1974 ha uno status di libera associazione con la Nuova Zelanda, per cui, come quest’ultima, ha quale capo di stato la regina Elisabetta) – non hanno bisogno della luce artificiale per muoversi dopo il tramonto: da sempre si orientano con le stelle e la loro esistenza si svolge in base ai cicli lunari. Gli anziani tramandano di generazione in generazione la loro conoscenza dei cieli notturni e sperano che anche i giovani ritrovino la stessa passione: perlomeno i giovani che rimangono, perché la tentazione di emigrare è forte e la popolazione è in continuo declino. «Lo status di nazione dal cielo oscuro», commenta Felicity Bollen, presidente di Niue Tourism, «aiuterà a proteggere il cielo buio della nostra isola, sia per i residenti, sia per coloro che intendono visitarla».
Certo, è un’isola lontana, sperduta, non proprio facilissima da raggiungere per un turista. Ma contiene un tesoro: un cielo stellato come non si vede da nessun’altra parte. E per gran parte dell’umanità, in questi giorni cupi di coronavirus, rappresenta un sogno, anche se non andremo mai a visitarla: poter uscire a guardare le stelle, mentre siamo costretti a rimirare il soffitto di casa o, al massimo, la strada dal balcone.