Il Sole 24 Ore, 25 marzo 2020
Compagnie aeree, conto da 252 miliardi per lo stop
«Le compagnie aeree hanno un disperato bisogno di liquidità. La crisi si è aggravata. Lottiamo per sopravvivere. Abbiamo le capacità per riuscirci. Ma abbiamo bisogno di soldi. E subito». Alexandre de Juniac, direttore generale della Iata, ha sollecitato un intervento «rapido» dei governi per evitare il tracollo del trasporto aereo mondiale. Quest’anno «verranno a mancare 252 miliardi di dollari di ricavi».
L’associazione mondiale delle compagnie ha aggiornato le stime sui conti di quest’anno. Il peggior scenario che era stato ipotizzato il 5 marzo, con la perdita di 113 miliardi di ricavi per tutto il 2020, è stato superato dai fatti. Ieri la Iata ha detto che quest’anno i ricavi da passeggeri delle compagnie di tutto il mondo crolleranno di 252 miliardi rispetto alle previsioni. Cioè il 44% in meno rispetto al 2019.
L’aviazione mondiale sta affrontando «una crisi senza precedenti». La pandemia Coronavirus ha provocato severe restrizioni dei viaggi e l’attesa di una recessione globale. L’ipotesi tiene conto di una durata di tre mesi delle «severe restrizioni dei viaggi» e di una «graduale ripresa economica nell’ultima parte dell’anno».
Il traffico passeggeri per quest’anno è stimato in calo del 38% in confronto al 2019, misurato con l’indice dei passeggeri per chilometri percorsi. «Le restrizioni ai viaggi stanno chiudendo l’aviazione internazionale», ha osservato il capo economista della Iata, Brian Pearce, facendo notare che «i mercati con severe restrizioni coprono il 98% dei ricavi globali da passeggeri».
La capacità (cioè i posti offerti sui voli) è diminuita del 14% a livello mondiale nel primo trimestre. Ma nel secondo trimestre la Iata stima una riduzione del 65% della capacità rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il taglio di voli sarà al massimo in Europa, «ci attendiamo un crollo del 90% della capacità», ha spiegato Pearce. Seguono Medio Oriente e America Latina (-80%), quindi Africa (-60%), Asia-Pacifico e Nord America (-50%).
Nel terzo trimestre la Iata stima un calo di capacità del 33%, con il picco sempre in Europa (-45%). Per il quarto trimestre è stimata una riduzione di capacità del 10% in tutto il mondo.
«Le compagnie in Europa sono quelle più a rischio in questo momento», ha osservato Pearce. In Europa la Iata stima un calo dei ricavi di 76 miliardi quest’anno, con -46% del traffico passeggeri-km. In valore la perdita di ricavi maggiore è in Asia-Pacifico, 88 miliardi in meno, nel Nord America -50 miliardi.
«Molte compagnie sono in crisi di liquidità. C’è bisogno di aiuti finanziari per 200 miliardi di dollari», ha detto de Juniac, rilevando che «ci sono costi fissi inevitabili: devi pagare i dipendenti, i leasing degli aerei, l’ammortamento degli investimenti». Secondo la Iata gli aiuti possono essere di vari tipi: «Iniezioni dirette di denaro, prestiti agevolati, garanzie statali sui prestiti, riduzione di tasse. Non chiediamo aiuti di Stato», ha scandito de Juniac.
In Cina, dove la crisi è cominciata, c’è una parziale ripresa del traffico interno, non di quello i nternazionale. «Il traffico sta lentamente tornando. Il load factor è circa il 60%. Le cose stanno migliorando», ha detto il d.g. della Iata.