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 2020  marzo 24 Martedì calendario

Come combattere ansia e depressione

Ci sono i ricoveri da Covid-19 che intasano gli ospedali, ma alla lunga anche l’isolamento delle persone sane avrà un grave impatto sui Sistemi sanitari dei Paesi, se non assumeremo comportamenti adeguati. Confusione, depressione, deficit cognitivi, ansia, insonnia e anche allucinazioni: sono alcuni sintomi da stress post-traumatico da quarantena documentati da decine di studi basati sui precedenti storici, riassunti in una lunga analisi pubblicata sulla prestigiosa rivista «The Lancet». «Gli ormoni che nel cervello sostengono il buonumore e il piacere, durante l’isolamento, calano», e c’è chi si sfogherà in «comportamenti alimentari inappropriati o fuori orario, abuso di fumo, alcol e sostanze per forzare il rilascio degli ormoni del piacere». Non solo: mancanza di attività fisica, relazioni sociali limitatissime e mancanza di esposizione ai raggi UV nella luce della nuova primavera. Tutti fattori di rischio che impatteranno sulla salute di chi non riuscirà a ricreare un diverso equilibrio in casa propria. Ma il racconto del team è anche pratico e dà consigli per evitare di sprofondare nel circolo vizioso della trascuratezza. Meglio pensarci bene, perché gli effetti dell’isolamento prolungato, che nel nostro Paese potrebbe essere prorogato, sono emersi in maniera estremamente coerente dalla revisione sistematica di tutta la letteratura scientifica che ha esaminato situazioni analoghe nel mondo, nel passato: dalle quarantene seguenti alla diffusione della Sars in Cina, e poi in oltre venti Paesi del mondo, nel 2003, alla crisi d’Ebola nei villaggi africani, nel 2014, sino a quando la Mers ha costretto a misure forti i cittadini della Corea del Sud nel 2015.
Un altro studio sull’influenza equina che colpì l’Australia nel 2007, incluso nella analisi, ha tentato di rilevare quanto certe caratteristiche demografiche influenzassero la resilienza all’isolamento: penalizzati i giovani tra i 16 e i 24 anni, il genere femminile, chi possiede un titolo di studio più basso, chi ha figli rispetto a chi non ne ha, sebbene averne oltre tre sembra invece aumentare le chance di tenere alto l’umore. Una teoria che ha dato però molto da scrivere ad altri autori, secondo i quali non avremmo abbastanza dati per dire che i fattori demografici peggiorino o migliorino le cose. Dati sufficienti tuttavia a confermare, anche nel caso australiano la sovrapposizione con gli altri Paesi, rispetto ai sintomi da disturbo post-traumatico. Già, proprio come nei veterani del Vietnam, come nei reduci di guerra o nelle persone sequestrate per molte settimane o mesi prima di essere liberate: incubi notturni, pensieri negativi anche nella veglia, ciclici e compulsivi, come se un pezzo di mente non fosse mai uscito dai cancelli. 
Naturalmente, ed è un tema fondamentale in questo momento, conoscere la gravità dei sintomi rispetto alla durata dell’isolamento ci permetterebbe di attuare una prevenzione ad hoc: «L’esame degli studi – ammette tuttavia Brooks – ci ha dimostrato che sintomi post-traumatici da stress significativamente più elevati della norma si hanno già dopo appena dieci giorni di solitudine fisica ed emotiva». Ecco perché dovremmo pensare adesso ai nostri a futuri «reduci», a noi che torneremo alla routine quando tutto questo sarà finito e, di conseguenza, specifica «The Lancet», pensare «all’impatto in termini di assistenza sanitaria e alla tenuta degli ospedali». In particolare, il Sistema sanitario nazionale italiano, universalistico e gratuito, è prossimo al collasso e dopo aver dimesso chi ha guarito dal Covid-19 dovrà farsi carico di chi ha patito indirettamente. 
«Ce la faremo?», se lo chiede «The Lancet», e un po’ tutti. Ecco allora il decalogo della rivista, breve ma standardizzato secondo i modelli, per minimizzare gli effetti: fornire alla gente quante più informazioni possibili, in modo che possa contestualizzare e quindi razionalizzare l’emergenza, organizzare le giornate e scandire il tempo, fare attività fisica indoor, e ancora cucinare, leggere, guardare film, basta che in ogni cosa che fate rispettiate gli orari che vi siete imposti.