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 2020  marzo 23 Lunedì calendario

La strategia di Merkel nella gestione della crisi coronavirus

Divieto di contatto, su tutto il territorio tedesco, ma non di restare a casa. Almeno non come in Italia, in Francia e in diversi altri Paesi d’Europa, primo fra tutti la Spagna dove l’emergenza sanitaria si fa sempre più drammatica. La cancelliera Angela Merkel non è al punto degli omologhi di Roma e di Madrid, Giuseppe Conte e Pedro Sanchez, arrivati a restringere le libertà democratiche dei cittadini quando la situazione si stava facenddo disperata. Né forse lo sarà mai: la Germania, anche in Land di focolai di Covid 19 come il Nord Reno-Vestfalia, il Baden Württemberg e la Baviera, finora tiene. Al confronto dell’Italia e della Francia, negli ultimi giorni costrette a trasportare dei pazienti intubati anche negli ospedali tedeschi.

25 MILA POSTI IN TERAPIA INTENSIVA A disposizione dei malati più gravi di Covid 19 c’è in Germania una buona parte del totale di 25 mila posti di terapia intensiva – a fronte dei 5 mila italiani –, lo Stato dispone o può produrre in casa apparecchiature sanitarie sufficienti a potenziare le rianimazioni di altre migliaia di posti: il problema della sanità tedesca, superabile, è la penuria di medici e infermieri per le emergenze. Inoltre, la percentuale di pazienti Covid 19 da ricoverare resta molto più bassa rispetto a quella dell’Italia, della Francia e anche della Spagna: in alcuni Land sono stati fatti migliaia di tamponi anche ai sospetti che presentavano sintomi molto lievi. Con il risultato che, come in Corea del Sud, il totale dei contagiati in Germania è alto. Ma in realtà la fetta impegnativa per le cure è inferiore al 10%.

La serrata dei locali di Berlino, per l’emergenza coronavirus. GETTY. Nel weekend l‘impennata nel Paese di migliaia di casi di Covid-19 (fino a 4.500 in un giorno) si è poi sensibilmente ridotta (circa 2.500). Lo strano calo repentino, considerato che in diversi Land si è lontani dal coprifuoco scattato in diverse altre aree occidentali, come il rallentamento in Austria fa ben sperare ai tedeschi di riuscire, al contrario dell’Italia, a gestire nel tempo l’epidemia. Anche le morti da Covid-19 restano limitate in Germania: tra i 40 e i 20 confermati nei Land più critici, per la quasi totalità di pazienti in età molto avanzata, in altri Land poche unità. Sebbene come in Francia pesi il sospetto che alcuni decessi di Covid-19 indicati dalle singole regioni e poi scorporati dal totale nazionale, vengano scremati come causati da altre patologie concomitanti.

La situazione è seria, prendetela sul serio

Angela Merkel La parentesi per spiegare cosa può aver spinto alla frenata Merkel, dopo il vitreo discorso alla nazione del 18 marzo 2020: il primo dell’incarico a cancelliera dal 2005 che non fosse per Capodanno, mentre i contagi si moltiplicavano («la situazione è seria, prendetela sul serio»). L’ex ragazza dell’Est è di per sé refrattaria a misure da dittatura, pur nell’emergenza, («è la sfida collettiva più grande dal 1945, tempi straordinari che richiedono misure estreme: se dovremo restringere ancora di più le libertà personali, ciò, in una democrazia, potrà avvenire solo temporaneamente»). Ma se sul territorio nazionale non si è ancora arrivati all’obbligo di autocertificazione per uscire, come in Italia e in Francia, la questione è anche politica ed economica.

I RIVALI NELLA SUCCESSIONE L’ultima riunione tra governo e Land, per concordare una nuova stretta, è stata disputata al calor bianco tra i governatori schierati per il coprifuoco su tutta la Germania, con capofila il presidente della Baviera Markus Söder (Csu) che lo imposto nel suo Land («il virus si propaga troppo velocemente»), e quelli viceversa con il presidente del Nord-Reno Vestfalia (Cdu), Armin Laschet, nonostante il suo Land sia l’epicentro dell’epidemia in Germania, con oltre 8 mila casi, in linea per ridurre i contatti e mantenere una circolazione limitata. Söder, leader del ramo bavarese dell’Unione dei cristiano-democratici (Cdu) e sociali (Csu) di Merkel, è con Laschet tra gli sfidanti di punta alla successione imminente della cancelliera. Intenzionata a non ripresentarsi alle Legislative del 2021.

LA TERZA VIA DI MERKEL Söder e Laschet, rivali, scaldano i motori. E se la piccola Saarland ha seguito il modello bavarese, serrando il più possibile, Merkel insidiata ha ripiegato sulla terza via, quella mediana tra l’azzardato laissez faire, laissez passer britannico di Boris Johnson e la gendarmerie mandata da Emmanuel Macron a pattugliare i viali parigini: l‘invito di Merkel è a rimanere a casa, fatto salve urgenze o altri gravi motivi o ragioni lavorative. Chi vuol passeggiare e fare sport può farlo anche in coppia, mantenendo una surreale distanza di almeno un metro e mezzo/due metri, anche tra partner. I ristoranti sono stati chiusi, come tutto ciò non indispensabile che era aperto al pubblico. Come da giorni pub e discoteche di Berlino, una volta capito che la metà dei contagi di Covid-19 avveniva nei locali dell’intensa movida della capitale.

ANCHE LA SALUTE DELLE IMPRESE Volkswagen ha fermato quasi tutta la produzione. Ma anche nel Land industriale del Nord-Reno Vestfalia molte aziende restano operative, come molti uffici di Francoforte. Scongiurare il panico, non tirare il freno a mano – se non ci sono gli estremi – della locomotiva tedesca è un’altra delle ragioni che hanno rimandato un lockdown vero come a New York: la Germania non si è ancora blindata. perché può permettersi di guardare ancora anche ai risparmi dei contribuenti. Niente panico, finché l’argine regge: i tonfi della Borsa di Francoforte (-5% l’ultima apertura) sono da attutire. Idem per la salute delle imprese: sul piatto, una maxi iniezione di 350 miliardi di euro di stanziamenti. Intanto la cancelliera, in quarantena dopo la visita a un suo medico positivo, si fa i tamponi.