Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  marzo 24 Martedì calendario

GLI SCIACALLI DEL VIRUS – ALCUNE PERSONE A MILANO STANNO APPROFITTANDO DELLA QUARANTENA PER OCCUPARE CASE POPOLARI: VENERDÌ ALL’ALER DEL QUARTIERE CALVAIRATE-MOLISE UNA FAMIGLIA ROM È ENTRATA IN UN APPARTAMENTO VUOTO E MAI ASSEGNATO: UNA MAMMA CON DUE BIMBI, FORSE SUOI, FORSE NO. ORA VALLI A SGOMBERARE – NON SONO I SOLI: IN DUE SETTIMANE CI SONO STATE 50 OCCUPAZIONI -

Si son presi anche l’ultimo check-point. Case popolari dell’Aler in via degli Etruschi 4, nel quartiere di Calvairate-Molise, proprio lì dove l’inquilino Teobaldo Rocca, 62 anni, capo riconosciuto dei difensori, ne aveva fatto una questione di principio, organizzando un perpetuo servizio di vigilanza e perfino allestendo un allarme sonoro, da azionare alla prima minaccia di occupazione.

Venerdì sera un gruppo di uomini ha approfittato del buio e dell’immobilismo da coprifuoco, ha attraversato il cortile, salito le scale e ci ha dato dentro col flessibile. Rapidi e decisi, un’operazione da assalto in banca. Dietro gli uomini (sono subito scomparsi, un testimone ha parlato di tre individui), c’erano una mamma con due bimbi, forse suoi, forse no (è prassi di questo fenomeno la creazione e la conseguente esibizione di falsi certificati dello stato di famiglia); in ogni modo, varco aperto nella porta dell’appartamento vuoto e mai assegnato, i piccoli spinti dentro insieme alla donna, una ragazza rom, e fine della storia. Valli a sgomberare. Adesso, di questi tempi. Non era mai capitato che un abusivo s’insediasse in questo caseggiato, ed ecco il peso specifico dell’episodio. Il fatto poi che sia avvenuto è un evidente «effetto collaterale del virus». Per intanto, due anni lodevoli di strategia e di interventi nelle case popolari, sia dell’Aler sia di Mm, potrebbero esser stati vani. Ci si approfitta dell’insolita aria in città e delle attuali priorità.

Tra questo quartiere, più Lorenteggio, Giambellino e San Siro, radio-inquilini racconta di un numero che va dalle 45 alle 50 occupazioni nel corso delle ultime due settimane. Un conto da lasciare in sospeso, tanto probabilmente aumenterà. Ricordiamo chi è Rocca: origini calabresi, aveva pochi anni quando la mamma si oppose ai malavitosi locali, i quali per ripicca le incendiarono l’oliveto. «Non è mai stata una questione di paura» ha sempre detto lui, «ma forse adesso inizio a preoccuparmi, soprattutto per la mia famiglia. In passato, mia moglie era già stata aggredita. Tralascio qui, per non annoiare, l’elenco delle minacce di vendetta o peggio, di tutti i messaggi più o meno velati che ho ricevuto...».

Una preoccupazione non (soltanto) per il blitz dell’altra sera in sé, s’intende, ma per la situazione esplosiva che sta nascendo intorno. Insubria 3, Cuoco 7, Etruschi 6 sono altri indirizzi dell’invasione. Un fermento al solito di matrice mista, nordafricani che creano varchi e romeni che si infilano, salvo più avanti — e così avverrà di sicuro anche con la giovane rom e i presunti figli di Etruschi 4 — spariranno lasciando posto ai «reali» occupanti. Nemmeno è escluso che questo ribaltamento di scenario, con l’inerzia che s’è rivoluzionata, rianimi quel fronte antagonista (che sulla pelle dei disperati crea propaganda), indebolito dalla catena di inchieste, arresti, denunce.

Di nuovo Rocca: si espone in prima persona, non invoca l’anonimato, ribadisce di non essere né un matto né un visionario, sa benissimo che Milano attende ogni giorno il bollettino della Regione sul virus per sapere se resisterà oppure cadrà, e mai come ora il momento è solenne, drammatico, decisivo; eppure, tutto questo premesso, in stabili largamente abitati da anziani, spesso malati, il risveglio del racket delle occupazioni inquieta. Vi sono censimenti reali e contemporanei? Se già un tempo, appena un vecchietto spariva per un ricovero e al ritorno trovava il suo appartamento occupato, chissà cosa succederà in questi giorni durante i quali, è lecito ipotizzarlo, ci sono stati e saranno numerosi trasporti in ospedale degli stessi anziani. Nel timore, sempre concreto, di un peggioramento della situazione sotto il punto di vista dell’ordine sociale, cosa può significare la riesplosione delle occupazioni? «Un’autentica mortificazione, la conferma del disegno di abbandonare chi abita le case popolari al loro destino, sventolando cause di forza maggiore».