La Lettura, 22 marzo 2020
Se la formica ha paura, rotola
Un progetto sulle formiche durato un anno che potrà avere in futuro applicazioni anche in campo biomeccanico. Lo hanno portato avanti Donato A. Grasso e il suo team di etologi del Dipartimento di Scienze chimiche, della vita e della sostenibilità ambientale dell’Università di Parma. Tutto è nato da un’osservazione empirica tra i boschi di Fornoli (Lucca), dove il gruppo era impegnato ad analizzare le interazioni tra formiche e piante. «Abbiamo notato che, in una situazione di pericolo, le formiche tendevano non solo a immobilizzarsi ma in alcuni casi a rotolare per trovare una via di fuga», spiega Grasso. Lo studio, costato circa tremila euro, è proseguito in ateneo. Con Grasso c’erano altri quattro tra docenti e ricercatori. «Abbiamo portato in laboratorio una colonia di formiche della specie Myrmecina graminicola, lunga tre millimetri. Abbiamo analizzato le loro reazioni in diversi contesti di pericolo. In particolare, dando lievi colpi con un bastoncino di plastica o con un oggetto metallico nell’area che circondava gli esemplari, se la superficie era obliqua, la reazione delle formiche al pericolo era diversa, più attiva: gli esemplari tendevano ad assumere una forma sferoidale chiudendosi su sé stessi e a rotolare via», continua Grasso. Per ricreare l’ambiente naturale delle formiche sono stati usati in laboratorio materiali come pietre, foglie e terriccio. Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista online «Nature Scientific Reports», questo è il primo esempio di movimento tramite rotolamento che sia mai stato registrato tra le formiche.