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 2020  marzo 22 Domenica calendario

La guerra d’attrito anti-Covid 19

Con oltre 53 mila contagiati e 4825 vittime l’Italia è il primo campo di battaglia della sfida globale alla pandemia del coronavirus. Ciò significa che quanto avviene da noi nella lotta al Covid-19 ha un valore che va ben oltre le frontiere nazionali. La campagna italiana ha tre dimensioni: sanità, economia e valori. E devono essere lette assieme perché sono intrecciate fra loro.
Sul fronte sanitario i prossimi giorni ci diranno se il virus ha innescato focolai anche nel Sud oppure se l’emergenza resta soprattutto al Nord, dove anche ieri il bilancio di vittime è stato molto duro. La priorità della sicurezza sanitaria nazionale è il Nord: bisogna aumentare il sostegno di rifornimenti e personale medico a Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Marche. Ma bisogna anche chiedersi se la tattica anti-virus può essere migliorata prendendo esempio da chi, come la Sud Corea, ha fatto ricorso alla combinazione fra più test e tecnologia invasiva per monitorare i contagiati. E’ comunque cruciale che i cittadini seguano le disposizioni del governo: restare confinati a casa è un sacrificio personale che aiuta alla prevenzione del virus. Se tutti seguiamo le indicazioni ricevute ci trasformiamo in una muraglia anti-virus, altrimenti siamo noi stessi a consentirgli di moltiplicarsi.
Quella contro il virus assomiglia a una guerra d’attrito: quanto avviene in questi giorni - come nelle prossime settimane - misura lo scontro, contribuisce a definire forza ed energia del nemico, il contagio che viene dal Wuhan. 
Mentre combatte sul fronte sanitario, registrando ogni giorno centinaia di vittime, su quello economico l’Italia ha bisogno dell’Europa. La devastazione del sistema produttivo causata da venti giorni di emergenza coronavirus, proiettata su un periodo anche di sole dieci settimane come suggerisce Bill Gates, è tale da evocare lo spettro della polverizzazione del Pil. E questo è lo stesso scenario che si sta presentando a spagnoli, francesi e tedeschi anche se l’impatto del virus su di loro è ritardato di alcune settimane rispetto all’Italia. Ciò significa che la scelta della Bce di usare il bazooka finanziario per sostenere l’Eurozona è un positivo primo passo ma deve essere seguito da un imponente piano di ricostruzione economica per consentire al ceto medio di risollevarsi. È la prova più difficile per l’Ue dalla firma dei Trattati di Roma del 1957 che, per superarla, ha bisogno di trovare in fretta leader coraggiosi, visionari, portatori di un massiccio progetto di ricostruzione continentale. Mancare questa sfida significherebbe esporre gli Stati nazionali al rischio di rivolte popolari.
Ultima, ma non per importanza, la terza dimensione del conflitto con la pandemia: l’impatto sui nostri valori. La Storia ci ha insegnato che ogni grande conflitto ha conseguenze profonde nel modello di vita dei popoli coinvolti e anche in questo caso già assistiamo a cambiamenti radicali: il sacrificio di medici e infermieri crea un modello di eroe contemporaneo dove altruismo e scienza si fondono; gli italiani hanno iniziato a consumare, interagire e produrre online come mai avvenuto prima; scuole e università operano sul web ponendo l’urgenza di garantire a tutti pari accesso; rintanarsi in casa ha generato una miriade di manifestazioni di patriottismo spontaneo che descrivono un rinnovato legame con la nazione. Ovvero, la reazione alla pandemia ci sta rendendo più forti, coesi e digitali. Tutto questo avviene a un prezzo molto alto - i nostri morti - ma deve portarci a guardare oltre il virus. Perché la ricostruzione inizia dai valori che riusciamo a esprimere durante la guerra d’attrito con Covid-19. Ed è per questo che il nostro primo dovere oggi è difendere i più vulnerabili fra noi, i nostri anziani. Sono loro che muoiono di più e dunque per proteggerli dobbiamo fare ciò che più serve per tenerli lontani dal pericolo: anche se sono i nostri genitori e nonni, dobbiamo stare loro fisicamente lontani, parlandogli al telefono o per Skype, portandogli la spesa sul pianerottolo, aiutandoli in ogni modo ma evitando di incontrarli e toccarli. Perché il virus usa i giovani per uccidere gli anziani.