la Repubblica, 21 marzo 2020
Inchiesta su conti e amanti di Juan Carlos
GINEVRA — Nell’inchiesta sulla fortuna occultata in Svizzera dal re emerito di Spagna Juan Carlos I, il procuratore ginevrino Yves Bertassa ha scoperto due fondi segreti, collegati al fior fiore dell’aristocrazia europea. Il primo, la Fondazione Lucum, è stato creato da Juan Carlos per custodire i cento milioni di dollari ricevuti dall’Arabia Saudita nel 2008, quando era capo di Stato. Le rivelazioni su quel versamento, all’inizio di marzo, hanno compromesso la sua immagine. Domenica scorsa, suo figlio Felipe, l’attuale re di Spagna, ha annunciato di aver rinunciato all’eredità paterna.
Nel suo comunicato, Felipe VI ha citato anche un altro fondo, la Fondazione Zagatka, che in russo significa “mistero": creata a Ginevra nel 2003, ha apportato benefici enormi a Juan Carlos, che se ne è servito per viaggiare in tutto il mondo nel lusso assoluto. Dai documenti di cui siamo entrati in possesso, risulta che nel solo biennio 2016-2018 la Fondazione Zagatka gli ha versato 5 milioni di euro per volare a bordo di jet privati – più o meno a 9.800 euro l’ora – alla volta di Bahamas, Golfo Persico, Repubblica Dominicana e altre destinazioni. In qualche caso, i velivoli decollavano da una base militare nei pressi di Madrid. Tra alcune fatture relative a quei voli compare l’indirizzo del cliente: il palazzo reale della Zarzuela. Tuttavia, sui contratti per il noleggio dei velivoli, figura il nome di un suo lontano cugino, il principe Alvaro de Orleans-Borbón: a questo non comune personaggio appartiene la Fondazione Zagatka.
Discendente dello zar e della regina Vittoria, il principe oggi 73enne possiede una fortuna di famiglia valutata intorno ai 200 milioni di franchi. Alvaro, ingegnere, è anche intimo di Juan Carlos, che è padrino di sua figlia maggiore. Nei documenti costitutivi della fondazione, Juan Carlos è designato come terzo beneficiario, dopo Alvaro e suo figlio, “per aver aperto alla Spagna il cammino della libertà” alla fine della dittature franchista. In verità, la Fondazione Zagatka serviva anche a far viaggiare nella massima discrezione l’amante accreditata del re, Corinna zu Sayn-Wittgenstein.
Dall’inizio della loro relazione, il re le avrebbe chiesto di prendere aerei privati “per motivi di discrezione”. E a pagare era la Fondazione Zagatka. Nel 2009, però, tra Juan Carlos e Corinna ci fu la rottura: il re a quel punto chiese all’ex amante di rimborsare i voli e le presentò fatture per circa tre milioni di euro, che l’interessata dice aver saldato nella loro interezza. Nel 2018 sono comparse alcune intercettazioni in cui Corinna evocava l’esistenza di conti segreti di Juan Carlos in Svizzera. A quel punto, il procuratore Yves Bertossa ha dovuto aprire un’inchiesta e ha scoperto le due fondazioni, Lucum e Zagatka.Nell’autunno del 2018, Bertossa ha interrogato il principe Alvaro de Orleans per più di due ore. In seguito a quell’interrogatorio, i suoi soldi in Svizzera sono stati scongelati, compresi i dieci milioni di franchi circa depositati sul conto di Zagatka presso il gruppo bancario svizzero indipendente Lombard Odier. Secondo i suoi avvocati, quella sarebbe la prova che nei fondi non c’è niente su cui eccepire. Tuttavia, l’origine di quel denaro è avvolta dal mistero. Nel 2015, il principe aveva spiegato alla dirigenza di Lombard Odier che la sua fortuna proveniva dall’eredità di famiglia e dalle sue attività.
Dal 2003 al 2015, però, il conto della Fondazione Zagatka era rimasto presso Credit Suisse, banca alla quale aveva reso una spiegazione diversa in merito all’origine delle sue ricchezze. Secondo un profilo cliente risalente al 2009, si riteneva che le sue fortune provenissero da «una commissione percepita nell’ambito dell’opera di intermediazione tra le parti interessate in occasione della vendita del Banco Zaragozano alla Barclays Bank di Londra nel 2003». Perché mai il cugino del re di Spagna avrebbe percepito una commissione sull’acquisizione, per circa 1,5 miliardi di franchi, di una banca spagnola da parte della sua concorrente inglese? Non sta a significare che la fondazione, in realtà, era utilizzata da Juan Carlos? E perché, nel passaggio da una banca all’altra, la spiegazione sull’origine di quei fondi è cambiata?La storia della Fondazione Zagatka ha portato alla luce relazioni assai complicate, per non dire tesissime, tra tutti questi protagonisti. Soltanto nel 2018 il principe Alvaro sarebbe venuto a conoscenza del fatto che Juan Carlos, dieci anni prima, aveva ricevuto 100 milioni dall’Arabia Saudita. E che, di conseguenza, sarebbe stato perfettamente in grado di pagare di tasca propria tutti i voli e i jet privati di cui nel frattempo aveva usufruito.Quanto a lei, Corinna zu Sayn-Wittgenstein è in rottura definitiva con Juan Carlos e con la famiglia reale e afferma che i servizi segreti spagnoli la stanno perseguitando dal 2012. Minaccia di fare causa al re emerito in Gran Bretagna, dove risiede. Il fatto che Juan Carlos le abbia versato il grosso dei soldi ricevuti dai sauditi (65 milioni di euro) non ha permesso ai due ex amanti di seppellire l’ascia di guerra. La situazione, del resto, è identica anche tra Corinna e Alvaro: entrambi si dicono vittime di una campagna di disinformazione istigata dalla controparte.— Traduzione di Anna Bissanti© Tribune de genÈve/Lena