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 2020  marzo 21 Sabato calendario

Notai aperti per una legge del 1913

C’è una categoria che in Italia è obbligata a lavorare sempre, anche in caso di epidemia. Sono i notai, e devono rispettare una legge di più di un secolo fa: «Il notaio che abbandona la sede in occasione di malattie epidemiche o contagiose», recita l’articolo 142 della legge 89 del 1913 che regola la professione, «è punito con la destituzione». 
Le norme anti coronavirus prevedono limitazioni per molte attività, come la giustizia, ma non per quella notarile. «Siamo pubblici ufficiali, il nostro numero è fissato dalla legge e garantiamo un servizio di pubblica necessità, ma questa norma va applicata tenendo conto delle disposizioni anticontagio necessarie a salvaguardare la salute dei nostri collaboratori e dei clienti», dice Francesca Gasparro, notaio in Corsico (Milano). 
«Per ridurre il rischio di contagio, i clienti vengono invitati a rinviare gli atti non urgentissimi, i soli che permettono di giustificare l’uscita da casa. Sono i clienti stessi a certificarne l’urgenza, che può anche non esserci, ma noi non possiamo rifiutarci di stipulare», precisa il notaio di Mestre Lucia Tiralosi.