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 2020  marzo 20 Venerdì calendario

Conte invoca lo scudo del Mes contro la crisi da coronavirus

«Il Fondo salva-stati è stato creato con un diverso tipo di crisi in mente, dunque adesso deve essere adattato alle nuove circostanze»: non ha dubbi Giuseppe Conte che in un’intervista al Financial Times chiede l’attivazione del Mes e della sua potenza di fuoco da 500 miliardi di euro per rispondere all’emergenza coronavirus. Secondo il premier italiano, «la strada da seguire è quella di aprire una linea di credito dell’Esm per tutti gli Stati membri, in modo da aiutarli a combattere le conseguenze dell’epidemia di Covid, sulla base della condizione della piena responsabilità da parte di ciascun Paese sul modo in cui vengono spese le risorse».

Si può anche pensare di utilizzare le risorse del Mes trasformandolo in una sorta di “Coronavirus Fund”

Conte ha poi aggiunto, in una nota diffusa da Palazzo Chigi: «Si può anche pensare di utilizzare le risorse del Mes trasformandolo in una sorta di “Coronavirus Fund” perché le sue risorse possano essere utilizzate da tutti gli Stati europei per fronteggiare gli effetti economici prodotti dalla pandemia. Queste risorse devono pertanto essere concesse a tutti gli Stati, senza alcuna condizionalità presente o futura

GENTILONI: «LA LOGICA DI CONTE È CONDIVISIBILE» Intervistato da Radio Anch’io, il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni si è schierato dalla parte di Conte: «La sua logica è assolutamente condivisibile. Le modalità con cui si può fare un’operazione di questo genere sono legate alla discussione su questi eurobond, cioè su strumenti che si costruiscono sul mercato e sono a disposizione per tutti i Paesi», ha detto. D’altronde la crisi «riguarda tutti», e che visto «che abbiamo strumenti coordinati dobbiamo provare ad usarli». L’ex capo del governo italiano ha poi spiegato che gli eurobond, o Coronabond, «devono essere lanciati da strutture finanziarie perché sono titoli finanziari europei. La struttura più adatta per lanciarli è il Mes». Ma a livello di dibattito «non ci siamo ancora, è inutile dire cose che non sono ancora nelle decisioni prese, la discussione deve andare avanti. Temo che con l’evoluzione della pandemia aumenterà anche la consapevolezza di tutti che bisogna reagire anche con strumenti finanziari». Secondo Gentiloni, infatti, la dimensione della risposta comune ancora non è adeguata: «Si fa fatica a capire che non è una crisi soltanto di uno o di pochi». Più scettico invece Vito Crimi. «Il ricorso al Mes senza condizionalità? Purtroppo non ci credo», ha detto il capo politico del Movimento 5 Stelle a Radio 1.

BERLINO MEDITA DI SVINCOLARSI DAL PAREGGIO DI BILANCIO Intanto, a Berlino, il governo tedesco starebbe pensando di consentire al Bund, in via eccezionale, la possibilità di fare nuovi debiti, per contrastare l’impatto sull’economia del coronavirus. Lo scrive la Dpa, secondo la quale il gabinetto Merkel approverà il 23 marzo una regola speciale che potrebbe permettere di superare il freno al debito che la Germania ha fissato anni fa in Costituzione. L’esecutivo non sarebbe così più tenuto a rispettare il pareggio di bilancio, oggetto di un ampio dibattito politico anche nei mesi scorsi.