la Repubblica, 20 marzo 2020
Internet ce la farà?
L’Italia ha traslocato sul Web. D’improvviso, in massa. A causa della quarantena per arginare il coronavirus, l’universo digitale che un tempo era tacciato di allontanare le persone ora è l’unico mezzo per restare in contatto. E così l’aumento del traffico dati si è fatto vertiginoso, parliamo di oltre 90 punti percentuali. Mentre ci si chiede se l’infrastruttura riuscirà a reggere, dalla Silicon Valley hanno iniziato ad osservarci con attenzione visto che da quelle parti sul comportamento delle persone in Rete hanno costruito fortune senza precedenti.
«Da voi gli spettatori dei Live di Facebook e dei video su Instagram sono raddoppiati nelle scorse settimane e così le chiamate via Messenger e WhatsApp», conferma Mark Zuckerberg, in collegamento telefonico con la stampa internazionale dalla sua abitazione di Palo Alto, in California. Snocciola alcuni numeri dei social network che dirige dopo aver presentato il nuovo servizio di informazione sulla pandemia, il Coronavirus (Covid-19) Information Center, che Facebook sta aprendo a tutti i suoi utenti per offrire indicazioni utili, notizie verificate e consigli per combattere la diffusione del virus. «Credo che il Papa stia facendo la sua messa quotidiana via Facebook Live per raggiungere i fedeli che non possono andare in chiesa», aggiunge poi citando il caso dal quale spera altri traggano ispirazione.
Del resto quel che accade qui presto potrebbe succedere in tutto il resto d’Europa e negli Stati Uniti. Il commissario europeo Thierry Breton ha parlato al telefono con Reed Hastings, a capo di Netflix, per ridurre la congestione delle reti Internet fortemente sovraccaricate. «Telelavoro e streaming aiutano molto, ma potrebbero mettere sotto pressione le infrastrutture», ha dichiarato Breton. Ecco perché per «permettere l’accesso a tutti è tempo di #SwitchToStandard, passare a una definizione video più bassa quando l’hd non è necessario». Poche ore dopo Netflix ha annunciato che ridurrà il bitrate per 30 giorni per limitare del 25 per cento l’impatto del traffico sulle reti europee. Mentre a Bruxelles si sta mettendo in piedi il meccanismo di controllo, istituendo con le Tlc un monitoraggio in ogni Stato membro, Tim da noi ha registrato solo nell’ultimo fine settimana un più 75 per cento di afflusso proprio sui servizi di streaming. In generale da quando è cominciata l’emergenza, non c’è solo l’aumento dei volumi del 90 per cento sulla rete fissa, ma anche del 35 su quella mobile. Vodafone parla invece di una crescita del 50 per cento nei mercati più compiti dalla pandemia. Fra smartworking, lezione scolastiche in videoconferenza, chiamate, messaggi, commenti, nel digitale le impennate sono tutte a due o tre cifre. L’uso delle virtual private network, vpn, i software che consentono un accesso diretto e sicuro ai server aziendali, è schizzato del 112 per cento. Audiweb ha registrato una crescita media del traffico del 102 per cento sui siti di informazione e del 51 su quelli di intrattenimento.
«Le nostre reti stanno gestendo questo aumento senza problemi», fa sapere Tim. Insomma, problemi non ne dovremmo avere in teoria. Per sapere se è così anche nella pratica, abbiamo contatto Opensignal, azienda inglese specializzata nell’analisi del traffico dati. Oltre alla crescita del tempo speso connessi al wi-fi, si va dal più 30 per cento di Piacenza al più 51 di Napoli, è stata notata una sensibile decrescita su rete mobile della velocità di navigazione. «Nella seconda settimana di marzo gli utenti hanno avuto una velocità di download significativamente più bassa», commentano da Londra. «In particolare dalle 10 a mezzanotte». La congestione maggiore si avrebbe alle nove di sera, quando la maggior parte delle persone ha smesso di lavorare e si guarda video, serie o film in streaming.
«Normalmente per noi è il picco del traffico è il Capodanno», conclude Mark Zuckerberg. «Praticamente tutti allo stesso tempo vogliono mandare un messaggio a tutti e scattare un selfie da inviare alla propria famiglia ovunque si trovi. Oggi in certi Paesi come il vostro siamo ben oltre quel picco». Moltiplicato per tutti i giorni della settimana, weekend inclusi.