Il Sole 24 Ore, 20 marzo 2020
Storia dell’aviaria (2003-2007)
L’influenza aviaria è una malattia che interessa principalmente gli uccelli selvatici e domestici e di cui ci sono diversi sottotipi di virus influenzali di ceppo A che sono caratterizzati da instabilità genetica, il che significa che sono soggetti a numerosi mutazioni e per questo difficilmente controllabili. Sinora solo i sottotipi H5, H7 e H9 sono stati capaci di compiere il “salto di specie”. In particolare, il ceppo influenzale H5N1 è stato isolato per la prima volta nella provincia del Guangdong, in Cina, nel 1996, è stato trovato in un paziente umano nel 1997 a Hong Kong. Questa influenza potrebbe passare da persona a persona, ma lo ha fatto meno frequentemente di altri ceppi; i tassi di mortalità sono però alti: 6 persone su 10 che erano state contagiate sono morte, per un totale di circa 300 decessi globali. Ametà degli anni Duemila, in piena psicosi da pandemia, quasi tutte le maggiori potenze mondiali investirono miliardi di euro per acquistare enormi quantità dell’antivirale Tamiflu: il Regno Unito spese 576 milioni di euro tra il 2006 e il 2009, i Paesi Bassi ben 200 milioni nel solo 2005. Il governo italiano, nel 2005, spese 180 milioni di euro per l’acquisto di sei milioni di dosi, il dieci per cento della popolazione.