Il Sole 24 Ore, 20 marzo 2020
Storia della Sars (2002-2003)
La prima vittima della Sars, che si presenta come una polmonite grave, è deceduta nel Guangdong, in Cina, nel novembre 2002. In pochi mesi, si diffuse in altri 30 paesi, ma già nell’estate del 2003 i paesi che avevano avuto focolai sono stati dichiarati liberi dalla Sars. Non esistono farmaci efficaci nè vaccini contro questa malattia, che ha colpito duramente anche gli operatori sanitari, tra cui Carlo Urbani, il medico italiano che la scoprì, e fu una delle 774 vittime dell’infezione epidemica. Secondo i calcoli dell’Oms sono state contagiate 8.096 persone con un tasso di letalità del 9,6%. Le statische mostrano come la maggior parte dei decessi abbia interessato persone dai 65 anni in su (valore di letalità del 50%), mentre nei pazienti via via più giovani la letalità era progressivamente inferiore (circa l’1% per i pazienti di massimo 24 anni). Grazie alle appropriate contromisure sanitarie e alla messa in quarantena si riuscì a fermarne la propagazione e dal 2004 non si verificano più casi di Sars nell’uomo, mentre può circolare negli animali (la fonte sono i pipistrelli e l’intermediario con l’uomo è lo zibetto). La Sars fortunatamente è stata più facile da contenere perchè il contagio avviene solo in presenza di sintomi, tra cui la febbre.